CUCINI LANCIA LA MENS SANA: “GRANDE STAGIONE, MA NON CI ACCONTENTIAMO”

News inserita il 24-02-2024 - Mens sana Basket

L'ala biancoverde è al lavoro per recuperare da un infortunio: "A Siena ho trovato passione e professionalità, la categoria è un dettaglio"

Arrivato in viale Sclavo con un bagaglio di esperienze fatte in casa, ed in categorie inferiori, Edoardo Cucini è una delle scommesse vinte dalla Mens Sana edizione ‘23/’24. Classico esempio di giocatore non appariscente ma concreto, un’arma tattica soprattutto difensiva che coach Paolo Betti ha scelto per effettuare quel lavoro sporco che non ha confini (lo si è visto spesso in appoggio al pacchetto-lunghi, lui che è un’ala e che supera di poco il metro e novanta di statura), il cestista valdelsano classe 1999 si è ritagliato un ruolo da specialista nelle rotazioni Note di Siena e ha dimostrato di poter stare in un campionato di livello come la C toscana che tra pochi giorni alzerà il sipario sulla seconda fase.
Non sta attraversando un buon momento, Cucini (“ho giocato l’ultimo mese stringendo i denti – dice -, poi il dolore sopra la caviglia mi ha costretto a fermarmi e gli esami medici hanno evidenziato un edema al perone: sto facendo terapie, lavoro per esserci all’inizio della seconda fase”), ma non nasconde tutta la propria soddisfazione nel commentare i risultati che la squadra biancoverde ha ottenuto nella prima parte di stagione.
Nessuno pronosticava la Mens Sana favorita nel girone B, che effetto fa averlo invece chiuso al primo posto con 17 vittorie in 20 partite?
“Sono sincero, dentro la squadra il clima e l’umore sono stati molto buoni sin dai primi giorni di lavoro e abbiamo sempre creduto nelle nostre potenzialità. Magari non pensavamo di arrivare primi con qualche giornata di anticipo sulla fine del girone di ritorno, quello no, però sia noi giocatori che lo staff abbiamo intuito che si poteva far molto bene puntando sulle caratteristiche di squadra molto giovane, sull’intensità, anche sulla qualità di alcuni nostri giocatori: sapevamo di poter fare qualcosa in più rispetto all’idea esterna di competere solo per rimanere in categoria, nelle nostre corde c’era una buona stagione”.


Quando questa sensazione è diventata consapevolezza acquisita?
“Partita dopo partita abbiamo compreso punti di forza, ma anche limiti. Abbiamo sbattuto la testa in un paio di occasioni, questo ci ha portato a lavorare bene per correggere le cose che non andavano: credo che la vittoria strappata all’ultimo tuffo a Livorno contro Don Bosco, o quella a Firenze contro Pino siano stati due momenti fondamentali per acquisire la consapevolezza di essere competitivi contro squadre in quel momento di vertice. Questo però è il passato, adesso vogliamo scoprire se e quanto saremo competitivi con le prime dell’altro girone”.
Esiste realmente questo gap, di esperienza e di qualità, rispetto al girone A?
“Siamo molto curiosi di scoprire come stanno le cose, magari anche di sfatare queste considerazioni che sentiamo da inizio stagione. È indubbio che ci siano giocatori di talento e grande esperienza nelle squadre che affronteremo a breve, noi però mettiamo sul piatto della bilancia la nostra età molto giovane, la grande intensità, la voglia di lottare difendendo duro: tutte cose che coach Betti ci ha saputo dare in questi mesi”.
Come sta andando l’esperienza “lontano” da casa?
“Sono uscito per la prima volta dalla comfort zone del PalaFrancioli, dove ho iniziato a giocare e sono cresciuto, e a posteriori sono molto soddisfatto di come stanno andando le cose. Mi sono messo in gioco con un campionato di livello superiore ed in un ambiente molto diverso per storia e professionalità: oggi posso dire che sarebbe stato un grande rammarico non aver colto questa opportunità”.
E il passaggio dalla serie D alla C unica regionale?
“Abbiamo disputato un buonissimo campionato lo scorso anno a Colle, raggiungendo le finali ma purtroppo mancando la promozione. Quel salto di livello me lo ha consentito la Mens Sana, con un ruolo e responsabilità leggermente diversi: non è stato facilissimo, ma credo di aver dato sempre il massimo, giorno dopo giorno, per dimostrarmi all’altezza. Adesso serve un ultimo sforzo per arrivare in fondo nel migliore dei modi”.
La Mens Sana ha pescato spesso da Colle nelle ultime annate: Iozzi, Del Cucina, adesso anche Cucini…
“Colle è una piazza che ha sempre avuto una sua tradizione sotto canestro (nei primi anni Duemila il Colle Basket arrivò a disputare la serie B2, con in panchina il grande Alberto Ceccherini, ndr), negli ultimi tempi si è dovuto fare qualche passo indietro per tutta una serie di problemi che anche altre realtà della provincia hanno dovuto fronteggiare, ma ci sono tanti ragazzi che giocano a basket e che hanno voglia di emergere. Il lavoro che sta compiendo Valdelsa Basket merita di essere valorizzato e di permettere ad altri giocatori colligiani di togliersi la grande soddisfazione di vestire una maglia come quella della Mens Sana”.
A proposito di Iozzi, in una intervista ha dichiarato che con Cucini, in difesa, si va sul sicuro…
“Non sono un giocatore tra i più tecnici, il mio basket punta molto sulla forza fisica, sull’intensità, sull’aggressività, perché ritengo che da una buona difesa può nascere un buon attacco. Comunque sto ampliando anche il mio bagaglio di attaccante, qui alla Mens Sana gioco con ragazzi che hanno qualità importanti e allenandoci quattro volte a settimana c’è la possibilità di fare progressi”.
È l’ultima volta che parliamo di Iozzi, promesso, ma che effetto fa vederlo così responsabilizzato e foriero di suggerimenti dentro e fuori dal campo?
Sono cresciuto insieme a lui, anche al di fuori del basket, è un ragazzo d’oro umanamente e caratterialmente. È vero, quest’anno nonostante abbia solo 29 anni si è trovato ad essere il più vecchio in squadra e a rappresentare un punto di riferimento per tutti noi che siamo più giovani di lui, un ruolo che per la verità sta interpretando e portando a termine in maniera perfetta”.
Quanto pesa, per una persona che durante la giornata lavora, andare in palestra quattro volte a settimana e poi giocare alla domenica?
“Rispetto a chi fa solamente il giocatore di basket, mentalmente e fisicamente la sera sei più stanco e devi fare uno step in più: si tratta di essere allenanti per sé e per gli altri. Il fatto di giocare per una società che ha questa storia e questo seguito di tifosi è un onore e contribuisce ad alleggerire il carico”.
La Mens Sana fa questo effetto?
“Si intuisce anche dal di fuori, mi è capitato di venire a vedere qualche partita nelle scorse stagioni e di sorprendermi per come la squadra avesse mantenuto il seguito e la passione della gente nonostante le difficoltà che ci sono state. Finché non lo vivi dal di dentro, però, non comprendi a fondo il calore e l’amore che i senesi hanno per la Mens Sana: qui la categoria è un dettaglio, lo dicono la professionalità di chi lavora in società e l’attaccamento dei tifosi che ti seguono e ti incitano anche lontano da casa”.
Chi è Edoardo Cucini fuori dal campo?
“Un ragazzo molto tranquillo, al di fuori del lavoro e del basket ci sono la mia ragazza, la famiglia, gli amici. Amo andare in palestra per potenziare il mio fisico, lo sport per me è una grande passione”.
Dove arriverà la Mens Sana?
“È già un grande traguardo aver concluso al primo posto il girone e ripartire nella seconda fase con 10 punti in classifica, ciò che ci permette di iniziare al primo posto, ma nessuno di noi lo considera un punto di arrivo. Non ci accontentiamo, siamo pronti a ripartire con tanta voglia di far bene e di andare oltre: siamo carichi come lo sono i nostri tifosi, tutti insieme vogliamo dare il massimo”.
Matteo Tasso

 

 

 

 

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