CRISI MENS SANA: FATTO IL PRIMO PASSO, ADESSO CHI CORRE?

News inserita il 09-03-2016 - Mens sana Basket

Scongiurata la messa in liquidazione del club, entro il 30 giugno si devono trovare nuove risorse. Tifosi in prima linea, ma per la salvezza serve anche altro

Fatto un passo avanti, adesso serve l’accelerazione che porti a correre. L’accordo, di massima, fra Polisportiva e “Io tifo Mens Sana” è una sorta di mandato esplorativo che l’azionista di maggioranza della Mens Sana Basket 1871 concede all’associazione di passionisti (un contenitore che raccoglie tanti tifosi e qualche addetto ai lavori) fattasi carico di provare a gestire l’emergenza biancoverde: così facendo si scongiura la messa in liquidazione del club, che altrimenti avrebbe chiuso i battenti ben prima del 30 giugno, e si apre una seconda fase di lavoro (di raccolta fondi, per essere chiari) che proprio a quella data fissa l’obiettivo di portare in pareggio i conti.

La strada rimane assai tortuosa, perché se i rumors dicono che il gap al 31 dicembre scorso (si è parlato di 309k euro, anche se la certificazione delle cifre è a sua volta un gap, in tutta la vicenda) è stato per buona parte colmato da chi in questi mesi (soprattutto Danilo Bono, in parte il cda dimessosi) e nelle ultime settimane (“Io tifo Mens Sana”) ha lavorato per scongiurare il #crac2, ciò che serve (altri 300k euro, indicativamente) per chiudere in pareggio l’annata sportiva 2015/2016 va trovato. Chiedere ai tifosi di svenarsi ulteriormente è lecito ma rischia di apparire una forzatura nei confronti di chi, in tutta questa situazione (dal 2014 ad oggi), rappresenta il ruolo della vittima, sperare che Alessandro Ramagli e i suoi giocatori compiano un altro piccolo-grande miracolo e garantiscano, con l’accesso ai playoff, qualche incasso in più alla società è una via percorribile stando al buon momento della squadra, ma in realtà la panacea di tutti i mali è solo ed esclusivamente l’ingresso di nuovi capitali.

In tempi brevi ovviamente, altrimenti fra novanta giorni la Mens Sana Basket sarà di nuovo con l’acqua alla gola.

Solo in un secondo momento, così si è capito a margine di una serie di informazioni talvolta frammentarie, entrerà in scena il Consorzio, l’altro contenitore destinato ad associare imprenditori locali (e magari non solo quelli) che vedano nel brand Mens Sana un veicolo per la propria immagine tale da permettere investimenti ben più consistenti rispetto alla libera sottoscrizione popolare messa in piedi dai “rivoli” nei quali scorrono i soldi dei tifosi. E qui sta il nodo centrale della lotta per la vita o la morte del basket professionistico senese, perché il Consorzio (qualunque cifra avrà in mano fra qualche tempo) è destinato a programmare un buon futuro ma non interverrà nella crisi attuale.

Spetta insomma agli altri, a tutti gli altri, provare a salvare la Mens Sana dal secondo harakiri in appena due anni. Senza che questo, però, comporti un’assuefazione generale nel momento in cui si tratterà, finalmente, di mettere in fila responsabilità, e responsabili, di un film dell’orrore la cui durata sfora ben oltre i suddetti 24 mesi.

Matteo Tasso  

 

 

 

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