BLOCK NOTES: ANELITO DI LIBERTÀ, RIPRENDIAMO LA NOSTRA VITA

News inserita il 29-05-2020 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Siena vuole e deve ripartire

Anelito di libertà. Lo voglio intitolare così il Block Notes di fine maggio. Dove libertà sta per voglia di riprendersi in mano la nostra vita, magari con le mascherine sul viso e tenendo ben presenti le distanze fisiche (“sociali” li lascio ai professori del Comitato).
Le Contrade chiedono all'unisono di riaprire le loro sedi e Società per riaccendere quei contatti, questa volta il “sociali” ci sta bene, ai quali sarebbe insensato rinunciare dopo che sono stati riaperti bar, ristoranti, trattorie, parrucchieri, palestre, librerie e negozi vari.
Si dovrà ovviamente ottemperare a cento ed una attenzione...non si potrà giocare a briscola e tressette, ma non ci vedo niente di ostativo a che vengano riaperte le nostre magnifiche terrazze e le nostre splendide aree verdi per ritrovarsi a parlare di quel Palio che nel 2020 non vedremo, per far rullare tamburi e sventolare le nostre bandiere, per fare quei brindisini che non sono nemmeno lontani parenti delle movide metropolitane. E se stiamo distanziati di un metro e anche qualcosina di più una spaghettata a mezzanotte ed un cenino fra Contradaioli non credo che ce lo potrà vietare nessuno. E guardate che siamo capacissimi, in Contrada, di mantenere ordine e sicurezza, perché da sempre ci autogestiamo le nostre feste e le nostre Società, senza bisogno di ricorrere MAI alle ronde o simili strampalate invenzioni di qualche Ministro in vena di scherzi.
La nostra Siena deve ripartire proprio da qui, dalla vita di Contrada, cercando – è ovvio – di ridare fiato, aiuti e finanze a quelle attività commerciali e non che stanno soffrendo ancora le pene dell'inferno. Sul piano del turismo, credo che la grancassa suonata da Jovanotti dinanzi al Duomo di Pienza e accanto ad un colonnino di Piazza del Campo, insieme alla sua bicicletta, la pantera rosa, valga più di una dispendiosa campagna pubblicitaria. Le due fotografie hanno fatto su media e social il giro del mondo e funzioneranno, ci scommetto, come un magico richiamo.
Cambio scenario, ma resto ancora in tema di libertà. Quella libertà che per colpa dello stramaledetto virus, ma anche per mancanza di misure tempestive e coraggio, è mancata nel mondo della scuola e ai nostri amati figli e nipoti. Va bene aver ottemperato alle lezioni giornaliere attraverso telefonini e computer ma un colpo di reni, almeno in chiusura dell'anno scolastico ci voleva.
Permettere ai ragazzi delle quinte elementari e delle terze medie, cioè a tutti quelli a fine corso di ritrovarsi almeno all'ultimo giorno per salutarsi e per abbracciare coralmente i loro insegnanti non mi sembrava una cosa dell'altro mondo. C'è chi aveva prospettato di ritrovarsi in una palestra sanificata, chi nei cortili esterni e chi come Montanari addirittura nei saloni dei nostri grandi musei, ma tutto è rimasto lettera morta. A niente sono valse le richieste di alcuni Sindaci – Nardella in testa- di viceministre, educatori e psicologi. Il divieto è rimasto assoluto.
Voglio sperare che Azzolina e company da qui alla ripresa delle attività didattiche trovino il modo di fare scuola seriamente. Non so come – compete a loro e non possono fallire – ma la scuola si fa nelle classi, i ragazzi si debbono confrontare e ritrovare in comunità.
Dall'Europa arrivano tanti, tanti soldini, sarà o no la volta che qualche miliardo venga speso per la sicurezza dei nostri studenti e per mettere mano ad edifici spesso inadeguati?
La libertà comincia proprio da qui dalla nostra scuola!

Roberto Morrocchi

 

 

 

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