4 NOVEMBRE, CINQUANTA ANNI FA L'ALLUVIONE CHE DEVASTÒ LA TOSCANA

News inserita il 03-11-2016 - Attualità Siena

Il racconto della nefasta giornata del 1966.

Grosseto, ore 7:45 del 4 Novembre 1966. Iniziamo da qui, da un orario preciso. Alle 7.45 di quella nefasta mattinata di Novembre, l’Ombrone rompeva l’argine destro, contemporaneamente, in tre punti. Dal Berrettino, per via dei Barberi, puntava direttamente su piazza De Maria poi, attraverso Porta Vecchia, entrava nel cuore del capoluogo maremmano. Quella data verrà sempre ricordata come il giorno dell’alluvione di Firenze, ma non fu solo la città gigliata ad essere colpita. Il bilancio di quelle terribili giornate, rimaste ben impresse nella memoria collettiva, fu di 1119 comuni e 34 province alluvionate, 118 le vittime. Quel giorno non ci fu corso d’acqua nella nostra regione che non esondò e allagò campagne e città.   
Ma come nasce quella che, a tutti gli effetti, risulta la più grande perturbazione del 900? Nasce dalla più classica delle configurazioni piovose autunnali, con una profonda saccatura nordatlantica che affonda tra la penisola Iberica e la Francia fin verso le coste nord Africane, e da un anticiclone di blocco sull’Europa orientale ad impedire la normale traslazione ovest-est alla struttura( fig.1).

Fig.1  4 Novembre 1966. Geopotenziali a 500hpa

Sul ramo ascendente della saccatura intense correnti miti e umide risalivano verso le coste tirreniche, attivando un intenso flusso sciroccale, che apportava piogge eccezionali sulla Toscana, sia per accumulo che per estensione. Sulla Toscana centro-meridionale caddero quantitativi di pioggia compresi tra i 200 e i 400mm, che gonfiarono all’inverosimile i fiumi, dall’ Elsa all’Albegna, dalla Merse al Bruna, dall’Arbia all’Ombrone. Non c’era torrente o fiume che non fosse esondato e le campagne in alcune zone erano diventate, a tutti gli effetti, degli immensi laghi. Sul nord della Toscana a peggiorare la situazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, fu lo scioglimento delle nevi appenniniche, cadute abbondanti proprio nei giorni precedenti, 2-3 novembre 1966, fin verso i 1000 metri di quota. Fattore che favorì una piena storica dell’Arno.       
Per descrivere l’ evento, al giorno d’oggi i media avrebbero utilizzato il termine " bomba d’acqua", all’epoca, probabilmente, utilizzarono la parola nubifragio, oggi in gergo tecnico-meteorologico sarebbe definito sistema autorigenerante. Perché di questo si trattò, di una poderosa perturbazione che al suo interno attivò due grossi sistemi temporaleschi autorigeneranti sulla Penisola italiana, uno centrato sul Friuli Venezia Giulia, uno proprio sulla Toscana centro-meridionale con uno schema configurativo tornato alla ribalta delle cronache in occasione dell’alluvione in Maremma del 12 Novembre 2012 (fig.2).

Fig.2. 12 Novembre 2012 Alluvione in Maremma. Notare la somiglianza di circolazione con la fig.1 del 4 Novembre 1966.

Questo si può evincere proprio dai cumulati pluviometrici registrati quel giorno e dalla loro distribuzione ( Fig.3 ). Nella Toscana centro-meridionale, solo un sistema temporalesco autorigenerante può arrecare un tale quantitativo di precipitazioni, e non il flusso atlantico classico meno produttivo sulle nostre zone, a causa dell’ombra pluviometrica data dalla Corsica.

Fig.3 Mappa precipitazioni 4/5 Novembre 1966. E’ ben evidente come le precipitazioni si concentrarono su una fascia che andava dalla foce dell’Ombrone e scorreva verso nord-est in direzione del Casentino.

Cosa possiamo ricavare da questa similitudine tra l’alluvione storica del 4 Novembre del 1966 e quella del Novembre 2012? Ne deduciamo che la nostra regione, da sempre, risulta ad alto rischio alluvionale per questo genere di configurazioni ma soprattutto, che questi eventi non sono una particolarità dei giorni nostri, di questi anni di riscaldamento globale, ma una tipica fenomenologia toscana, seppur rara! Causa delle più grandi alluvioni della storia del passato, del presente e del futuro. Conoscendo il nostro microclima, sarà auspicabile mantenere alta la concentrazione sul tema della delicatezza idrogeologica del nostro territorio, provvedendo ad una manutenzione ambientale adeguata e prestando particolare attenzione alla pianificazione urbanistica. 

MeteoSiena24

 

 

 

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