"I PASSI DELLA COMETA", MARCO PARENTE A COLLE DI VAL D'ELSA

News inserita il 20-04-2018 - Eventi Siena

“Dino Campana era un punk! La sua poesia incorruttibile! Di sicuro non era un matto, non quando componeva versi. Versi che oggi avrebbe sicuramente cantato, perché naturalmente impregnati di ritmo e melodia. E' dunque scontato che nel 'Paesaggio sonoro' avrei trovato la mia chiave d'accesso al 'panorama scheletrico del mondo' Campaniano. Componendo, improvvisamente e inaspettatamente, una partitura originale: in cui i passi scandiscono il movimento, ritmico delle parole da un lato, melodico a strati dall'altro, proprio come l'acqua e il vento della 'sanità delle prime cose'.”

Presenta così Marco Parente la performance che tiene venerdì 20 aprile alla Bottega Roots di Colle di Val d'Elsa (inizio ore 22.30, ingresso libero con prenotazione cena / info e prenotazione tavoli: 373.7371940).
“I passi della cometa – La poesia incorruttibile di Dino Campana”, questo il titolo della serata, vede Parente cimentarsi non in un vero e proprio concerto o una reading ma in “una camminata finalizzata all'ascolto” nella quale i versi del poeta toscano diventano definitivamente Suono. Un soundwalking tra parole, chitarre, scarpe che battono, interagendo con gli “strati sonori” elettronici affidati alla musicista Sadi Oortmoodn. Quel Suono a cui molto probabilmente Campana si riferiva quando rivendicava di aver voluto creare una poesia “europea, musicale, colorita”.

“Non mi reputo adatto - spiega Parente - e forse non è neanche la mia intenzione, a riferir mediante lettura la poesia del Poeta, provo dunque a farla echeggiare da un paesaggio all'altro come strati rocciosi in partiture melodiche, un 'fare paesaggio' generato dalle parole di Dino Campana”.

Nei “Canti Orfici” c'è infatti un vero e proprio paesaggio sonoro, fatto di acqua che scorre, di vento che soffia, del fruscio delle foglie, di “una musica dolce che si chiama la partenza o il ritorno”, di vele che sbattono e di barche schiantate sulla riva, soprattutto di “suoni del mondo” che forse solo Campana è stato in grado di udire e di trasfondere nel suo libro unico.
Marco Parente e Sadi Oortmoodn riportano questo mondo immaginifico in una nuova dimensione che non è più il manicomio di Castel Pulci, bensì un locale qualunque, fumoso e moderno d'oltreoceano, con un piano da primi Novecento che duetta con un sax da bassifondi neri newyorkesi. Perché in fondo la poesia di Campana era questo: musica, rumore del mondo, capace di travalicare lo spazio, il tempo e le lingue, per trasformarsi sempre in un nuovo segno di bellezza.

Dopo aver pubblicato nel 2011 “La riproduzione dei fiori”, ultimo lavoro sulla lunga distanza seguito dall'ep “Suite Love” di due anni più tardi, Parente ha proposto l'anno scorso il coraggioso progetto “Disco Pubblico”. Un lavoro di dieci canzoni mai incise ma rese pubbliche tramite una serie di concerti in cui veniva chiesto agli spettatori presenti di filmare o registrare i brani tramite le loro protesi digitali (smartphone, tablet, etc.) per poi riversare su Youtube o sui più comuni social network.

Oltre alla performance su Dino Campana, il musicista fiorentino ha ripubblicato lo scorso anno il suo disco d'esordio “Eppur non basta”, in occasione dei vent'anni dalla prima uscita. Il vinile di questo lavoro è stato edito da Pippola Music in una versione rimasterizzata con due brani inediti. La riproposta di questo album è stata salutata con grande affetto sia dalla critica che dal pubblico, dato che l'opera è diventata nel tempo un caposaldo della nuova musica d'autore italiana. Attualmente Parente sta lavorando alle canzoni del nuovo disco che uscirà nei prossimi mesi.

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv