ACCORPAMENTO TRIBUNALI FALLIMENTARI: SIENA E AREZZO PASSANO A FIRENZE

News inserita il 05-02-2018 - Attualità Siena

In questi giorni è stato rilanciato l'allarme in merito alla possibilità che in in Toscana si perdano alcuni tribunali fallimentari a causa degli accorpamenti previsti nella legge delega di riforma, sottolineando anche il paradosso che nel polo tirrenico (Livorno, Pisa, Lucca) si avrebbero 3 sedi in poche decine di km, mentre in una città come Arezzo, tra le maggiori della toscana per numero di aziende, fatturato, esportazione, la sede verrebbe soppressa e dirottata ad oltre 70 km di distanza.

L’Ordine dei Dottori commercialisti ha quindi avviato un confronto con la Camera di Commercio e l’Ordine degli avvocati per creare un fronte comune e scongiurare tale ipotesi, ed ha lanciato un appello alle forze politiche, ai candidati, affinché non permettano questo ulteriore scippo a danno della collettività.

La parlamentare cinque stelle uscente Chiara Gagnarli, capolista  alla Camera per le prossime politiche, ha voluto rispondere all’appello: “I possibili accorpamenti dei tribunali fallimentari sarebbe un altro duro colpo, in nome di una sempre maggiore specializzazione che vedrà Arezzo insieme a Siena accorpati a Firenze; un danno per il tribunale, per il territorio, per un numero elevato di professionisti che dovranno necessariamente spostarsi, per gli imprenditori, le famiglie ed il personale delle aziende. Oltre all’aumento prevedibile dei tempi per definire le pratiche, si perderebbe la valutazione dell’impatto sociale e di quell’aspetto umano che ci può essere nel seguire un’azienda che deve affrontare già con difficoltà un fallimento o accedere alle pratiche di concordato. Il Movimento 5 stelle – aggiunge la parlamentare Chiara Gagnarli – vedeva positivamente alcune previsioni del ddl di riforma, come l’introduzione della procedure di allerta e di composizione assistita della crisi, o la realizzazione di un percorso più snello rispetto a quello che oggi caratterizza la procedura di fallimento, ma è da sempre contrario agli accorpamenti, figli di una spending review al ribasso, che non porta benefici ma solo maggiori disservizi ai cittadini ed ai lavoratori”.

 

 

 

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