STORIA DEL PALIO: 16 AGOSTO 1903

News inserita il 16-08-2021 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Il primo successo dell'Oca del XX secolo preceduto da un episodio da brividi.

 

 

Per questo ultimo appuntamento della nostra quattro giorni di racconti palieschi dedicati alla carriera dell’Assunta, proponiamo il resoconto dei fatti del Palio di agosto del 1903, durante il quale fu commessa una leggerezza incredibile che avrebbe potuto provocare gravi danni a cavalli, fantini e, soprattutto, agli spettatori. Favoriti di quel Palio erano il Bruco, con la vittoriosa Colombina e Pallino, sceso dal Nicchio per approdare in Via del Comune, lo stesso Nicchio, con un morello di Giovanni Cerpi e Scansino, l’Onda, con un morello di Gaetano Inglesi e Testina ed infine la Chiocciola, con un morello di Gaetano Beligni e Popo. La sera del Palio, al termine della passeggiata storica, fu riaperto l’accesso alla Piazza dal Chiasso Largo, come era d’uso in quegli anni, in modo da fare accedere alla Conchiglia tutti gli spettatori che rimasti fuori.

Quando ancora molte persone si trovavano all’interno della pista, scoppiò il mortaretto, le contrade entrarono in Campo e rapidamente furono chiamate tra i canapi. Dopo pochi minuti, una forzatura collettiva causò la caduta di Pioviscola della Civetta. La mossa fu ovviamente annullata, ma tre fantini, ignorando il mortaretto, proseguirono la loro corsa, giungendo a San Martino dove, incredibilmente, lo steccato era ancora aperto e la forza pubblica continuava ad adoperarsi per “pintare” i ritardatari all’interno della Piazza. Fortuna volle che i tre fantini, notata la situazione di pericolo, avevano iniziato a richiamare i loro barberi, riuscendo così ad evitare l’impatto con la folla. Fatte rientrare le contrade all’Entrone mentre, finalmente, veniva chiuso anche l’ultimo varco di accesso per il pubblico, scoppiò il caso Pioviscola che, affranto per la caduta e piuttosto dolorante, si rifiutò categoricamente di rimontare. Venne persuaso, si dice, con argomenti abbastanza convincenti, dalle guardie municipali. La seconda mossa fu quella valida; partirono per primi il Montone con l’allora giovane Picino ed il Drago con Zaraballe che si alternarono al comando finché il Bruco, autore di una significativa rimonta, prese la testa all’ultimo passaggio di fronte al palco delle comparse. Per l’orvietano Pallino, il secondo successo in carriera sembrava cosa fatta, ma un’incertezza al Casato finale spianò la strada all’Oca che, con Lella ed il redivivo Spansiano, tornato sul tufo dopo un lustro di assenza, conquistò la prima vittoria del XX secolo.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

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