L'INCOMPIUTA DI COLLE VAL D'ELSA, LA FABBRICHINA DI JEAN NOUVEL

News inserita il 07-02-2018 - Cronaca Siena

Il progetto di riqualificazione urbana avviato nel febbraio del 2007 è oggi abbandonato e senza una soluzione a breve termine

Se non fosse un monumento allo spreco, d'impatto considerevole, che spiazza i turisti che si recano a visitare il centro medioevale di Colle Alta, la vicenda potrebbe essere raccontata come una favola: c'era una volta... Era il 1997 quando il Comune di Colle val d'Elsa affidò allo studio parigino di Jean Nouvel il progetto di riqualificazione di una vasta zona degradata di 30 ettari nella zona nord della cittadina, dopo dieci anni, nel 2007, vennero finalmente avviati i lavori da parte della società New Colle creata dal Comune ad hoc. Il progetto era vasto e complesso, prevedeva la creazione di spazi misti, sia residenziali, commerciali e pubblici, in particolare si parlava di una biblioteca pubblica di 1500mq, un supermercato, spazi commerciali, residenze private, una piazza, giardini aree pedonali e parcheggi.
I lavori erano complessi non solo per 'ampiezza dell'area e la varietà di interventi, ma anche perché si trattava di dover costruire a ridosso di una collina ripida creando notevoli opere di sbancamento.
I lavori proseguirono per alcuni anni, vennero costruite le residenze private a ridosso del colle, ma si presentarono problemi di infiltrazione d'acqua,era stata intercettata una vena che riversava il liquido nei nuovi edifici, creando una grande “piscina olimpionica”. I costi lievitarono e la società New Colle non riuscì più a coprire le spese, fu allora che i lavori si fermarono, era il 2010.
Adesso nel febbraio del 2018, ricorre il ventunesimo anniversario dall'avvio del progetto, la grande incompiuta è ancora lì, nessuno si è fatto avanti per acquistare l'area, messa in vendita dal comune, dopo la liquidazione della società New Colle, con la speranza che un investitore privato voglia trasformare l'area e possa accollarsi le spese per la messa in sicurezza. Il Comune ha ammesso di non avere le risorse necessarie per intervenire.
La fabbrichina, così è stata ribattezzata l'area, è passata da essere il simbolo della rinascita e riqualificazione di un'area industriale dismessa a essere un monumento allo spreco, passato e futuro, visto che non c'è ancora una via d'uscita allo stallo attuale, mancano le risorse e manca soprattutto una visione d'insieme su quello che potrebbe essere e potrebbe diventare.
In rete si trovano riferimenti a una manifestazione del comune colligiano intitolata “Bentornata fabbrichina” organizzata per dare avvio ai lavori nel 2007, col senno di poi potremo dire che si tratta di beffarda ironia.

Filippo Landi

 

 

 

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