EVADE SVARIATE VOLTE DAI DOMICILIARI: CONDOTTO IN CARCERE DAI CARABINIERI

News inserita il 14-01-2017 - Cronaca Siena

Un 80enne senese, condannato a sei mesi, deve tornare in cella visto che spesso non si era fatto trovare in casa dai militari dell'Arma.

Coi Carabinieri, che di tanto in tanto lo andavano a visitare per verificare la sua presenza in casa, era mediamente molto poco gentile. Mal sopportava evidentemente quelle visite obbligate, volte a verificare che non abusasse del beneficio concessogli dal Tribunale di Sorveglianza cittadino. Un senese del 1937, condannato con pena definitiva a sei mesi di arresto per abusivismo edilizio, commesso a Siena fra il 2004 e il 2007, aveva ottenuto la possibilità di scontare la pena a casa propria, con evidenti vantaggi per la propria vita. Avrebbe semplicemente dovuto restare in abitazione per quel periodo di tempo e tollerare le brevi visite dei militari dell’Arma che volevano solo vederlo fisicamente. Evidentemente quel trattamento benevolo concessogli dalla legge gli stava stretto. In diverse occasioni non si era fatto trovare dai Carabinieri adducendo motivi di salute e giustificazioni non troppo o affatto documentate, tanto da stimolare l’attenzione di chi doveva dedicarsi alla sua vigilanza. I militari dell’Arma immancabilmente documentavano i risultati delle visite ispettive descrivendo assenze e giustificazioni all’autorità giudiziaria senese. Nell’ultima circostanza, ai Carabinieri che lo avevano atteso sotto casa, aveva riferito di essersi dovuto assentare per andare in farmacia. A specifica richiesta dei suoi controllori che ci volevano vedere chiaro, rispondeva di essere stato in una farmacia in città che, come dimostravano le successive verifiche, proprio quel giorno era chiusa. Alle circostanziate contestazioni rivoltegli, l’uomo doveva ammettere di aver dichiarato il falso e si giustificava dicendo di aver accompagnato la moglie a fare la spesa, dimostrando così di attribuire un’importanza molto residuale alle prescrizioni della magistratura. Sul tavolo del magistrato di sorveglianza finiva una documentata informativa dei Carabinieri. Quel detenuto domiciliare aveva davvero tirato troppo la corda e col giocare d’astuzia, contando sul diffuso senso di impunità di cui spesso soffrono gli autori di reati più o meno bagatellari, aveva compiuto un autogol. Quindi, Alfonso, chiamiamolo così giusto per dargli un nome, per ordine dello stesso magistrato che gli aveva concesso il regime più favorevole, è dovuto rientrare in carcere, accompagnato dai Carabinieri che aveva tentato di prendere in giro. Chi troppo vuole nulla stringe e non sempre la furbizia paga. Potrà ora meglio riflettere sugli errori commessi e magari riacquistare un po’ di saggezza.

 

 

 

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