CARLO FINETTI APPRODA NELLA BUNDESLIGA: ALLENERÀ A TUBINGEN

News inserita il 18-08-2023 - Sport Siena

Il coach senese sarà assistente sulla panchina dei Tigers: "In Germania cerco la continuità per fare bene"

Carlo Finetti sbarca in Germania, a Tubingen, con l’idea di proseguire nel suo percorso di coach che già gli ha riservato panchine importanti (dal settore giovanile della Stella Azzurra, a Empoli, Trieste, Biella e Udine, società nella quale ha lavorato prima come assistente e poi come capo coach, a soli 27 anni) e l’ambizione di costruirsi una carriera di livello anche all’estero.
Classe 1995, senese e figlio d’arte (il padre, Luca, è stato per moltissimi anni vice allenatore della Mens Sana e poi dirigente della Virtus, presso la quale Carlo ha mosso i primissimi passi da coach), Finetti sarà assistente di coach Daniel Jansson alla guida dei Tigers, franchigia di Bundesliga: “Uno dei clubs storici del basket tedesco – spiega -, fondato negli anni Cinquanta e tornato proprio adesso nella massima serie: non abbiamo un palmares come Bamberg, Bayern, Alba o Ulm, ma c’è tradizione e la società ha l’obiettivo di mantenere la categoria”.
Un fulmine a ciel sereno questa chiamata dalla Germania?
“Udine ha impostato l’ennesimo nuovo ciclo, con la speranza di mantenere gli standard che coach Boniciolli aveva settato negli anni precedenti, e ha deciso di non riconfermarmi nonostante avessi dato disponibilità anche a tornare a fare l’assistente. Mi ero preparato a star fermo per una stagione, poi è arrivata la chiamata del mio amico Danny (Jansson, ndr) e grazie anche alla trattativa portata avanti dal mio agente ho accettato molto di buon grado questa esperienza in Germania. Sono arrivato qui l’11 agosto, ho rappresentato Tubingen al meeting di Colonia tra arbitri e allenatori, adesso iniziamo a lavorare sul parquet”.
Un’esperienza anche di vita?
“Sto studiando il tedesco, ma ho la fortuna di lavorare in un ambito dove il linguaggio comune è l’inglese e mi aiutano anche le basi di spagnolo che ho, perché in Bundes lavorano molti coach e assistenti iberici. Mi aspetto di provare a scardinare il clichè dell’italiano all’estero, di integrarmi nella comunità di Tubingen, più in generale in Germania, che è un grande Paese con abitudini certamente diverse dalle nostre”.
In Germania ha avuto predecessori illustri…
“Trinchieri, Baiesi, Banchi, Vertemati sono stati veri e propri pionieri, dobbiamo dire grazie a loro se oggi qui c’è interesse per gli allenatori italiani. La mia umilissima ambizione è provare ad essere una figura di riferimento e di aiuto per la nuova generazione, a prescindere dal livello del club per cui si lavora: Trinchieri e Banchi sono due mostri sacri, fare anche solo un decimo dei loro risultati sarebbe il massimo”.
Porte chiuse all’Italia?
“Assolutamente no, ma deve esserci un tempo giusto per fare certe cose. Adesso è il momento per un’esperienza lontano da casa, per costruirmi un mercato differente da quello che poteva garantirmi l’Italia, poi è chiaro che sul proprio Paese si tiene un occhio aperto anche quando la notte si dorme: nella mia carriera ho fatto le cose migliori quando sono riuscito a lavorare con continuità in uno stesso club, ciò che spero di fare qui a Tubingen, se poi in futuro arriveranno proposte dall’Italia non potrò non valutarle”.
Delivery Basketball, il suo progetto di lavoro estivo “a domicilio” sulla tecnica individuale e personalizzata dei giocatori come sta andando?
“In estate mi sono aggiornato al clinic che l’Eurolega ha organizzato in Turchia, poi Delivery ha fatto tappa a Milano, nella palestra che è gestita da Tommaso Marino, a Firenze e a Siena: il bilancio è positivo, continuiamo a raccogliere l’adesione di giocatori, anche professionisti, che investono il loro tempo estivo per migliorare sui fondamentali, un fatto che crea autostima e responsabilizza al tempo stesso”.
Annotazioni sulla tappa senese?
“È andata molto bene, il giocatore assieme a cui ho lavorato in quei giorni ad inizio agosto è Marco Portannese. Oltre a lui, tengo molto a ringraziare la società del Costone, in particolare Federico Ferrini e David Fattorini, per avermi aperto le porte della bellissima e funzionale struttura di Montarioso”.
Matteo Tasso

 

 

 

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