BLOCK NOTES: SIENA MODELLO PER LA SANITÀ, NEL PASSATO...E NEL FUTURO?

News inserita il 06-04-2017 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

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La molla per scrivere questo articolo mi viene dalla lettura di una pagina del bel libro di Teresa Ciabatti, una scrittrice maremmana della costa, per la precisione di Orbetello, candidato ad entrare nella ristretta cerchia dei candidati allo “Strega”.

Che l'Ospedale di Siena, il vecchio Santa Maria della Scala, fosse una struttura prestigiosa lo sapevo, ma che alla fine degli anni cinquanta fosse considerato, come lei scrive, “un modello per l'Italia tutta” me ne ero colpevolmente dimenticato. Siena, in Toscana, era allora al top. Firenze era “messo malissimo”, con strutture arretrate, per non parlare delle altre realtà regionali. Siena no...Siena era già allora considerata un modello da copiare per riformare addirittura la Sanità nazionale.

Le cose stanno cambiando. Anche la nostra sanità, come la Banca, il nostro già fragile sistema industriale e la nostra economia, sta battendo in testa. Firenze è al centro delle attenzioni della Regione e non è un caso che verso Careggi si dirigano anche alcune delle nostre eccellenze. Pisa cerca di farsi largo e crescono strutture, per singole specialità, anche ad Arezzo e Grosseto.

Forse non siamo più il modello da copiare, eppure resto convinto che - superando l'eterna e stucchevole diatriba fra Azienda Ospedaliera e Università -  si possa continuare a ritenere il Policlinico delle Scotte una “eccellenza”.

Per esperienza diretta sono venuto a contatto con una realtà professionale ancora di alto, e mi potrei sbilanciare, altissimo livello. La ricerca in alcuni settori sta facendo passi interessanti e se non siamo più un modello globale, alcune cliniche sono sicuramente al vertice della piramide sanitaria nazionale e  addirittura continentale. Le classifiche le trovate sui maggiori quotidiani nazionali. Non tocca a me fare una graduatoria. A me, come cittadino, compete richiamare l'attenzione della politica Senese su quanto si debba fare per restare in alto. E' chiaro che le Scotte, così come concepite alcune decine di anni fa, hanno bisogno urgente di una rivisitazione complessiva.

Non si tratta di distruggere per poi ricostruire, ma gli ospedali moderni seguono canoni architettonici che premiano flessibilità, agilità e dinamismo. Il Pronto Soccorso, per esempio, ha bisogno di nuovi spazi, al suo interno e nelle sale di attesa. I servizi resi sono di buona qualità, ma bisogna investire in questa struttura con risorse finanziari ed intelligenza per non perdere terreno.

L'accoglienza in tutte le cliniche deve essere migliorata, con spazi più ampi. Assistenza e informazioni, per i degenti e i loro famigliari.

Il Sindaco Valentini tre anni fa, nel pieno della crisi economica e finanziaria che mordeva la città se ne uscì, non so quanto paradossalmente, con l'idea bartaliana del “tutto da rifare”.

I fatti poi lo hanno costretto a rivedere il suo progetto da sognatore. Mi pare che anche il Sindaco abbia imboccato la strada della revisione ragionata della struttura che non può essere smantellata ma con accortezza e realismo trasformata.

Ecco mi accontenterei di assistere all'apertura del “cantiere” per un policlinico riconvertito e ammodernato. Credo che una operazione di riconversione dell'Ospedale del Santa Maria alle Scotte sarebbe anche una buonissima carta da giocare sul tappeto verde della bagarre politica che ci condurrà alle amministrative del 2018. O no?

Roberto Morrocchi

 

 

 

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