A TORRITA SI PRESENTA IL ROMANZO "FRONTIERA DUE"

News inserita il 15-12-2016 - Eventi Siena

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Sabato 17 dicembre nuovo appuntamento con i Culturativi a Torrita di Siena organizzati dalla contrada Porta a Sole. Ore 18.30 presentazione con l'autore Piero Giulio Baricci, ore 20.30 apericena.

La leopoldina è la tipica casa contadina: lungo tutta la Valdichiana è possibile osservare queste particolari abitazioni che raccontano la storia del nostro territorio. Fatte costruire nel ‘700 dai Granduchi di Toscana, durante la bonifica realizzata, prevalentemente, dal Fossombroni, prendono il nome da Pietro Leopoldo di Lorena. La loro struttura era molto ampia allo scopo di ospitare più nuclei familiari: al piano terra si trovavano le stalle e i magazzini, al primo piano le abitazioni. Erano caratterizzate da un lucernario in cima al tetto, la “piccionaia”, e da un cortile denominato “aia”.
Le leopoldine racchiudono tra le loro mura le vicende delle campagne della Valdichiana degli ultimi tre secoli, le complicate fasi di passaggio che dalla civiltà contadina hanno portato alle rivoluzioni del Novecento, alla fine della mezzadria, fino all’attuale modello sociale, urbano ed economico.
Proprio queste storie sono alla base del romanzo di Piero Giulio Baricci, “Frontiera Due” (Editrice Don Chisciotte, pag. 408). Quante storie avrebbe da raccontare una leopoldina, se potesse parlare? Questa è la domanda a cui ha cercato di dare una risposta l’autore, intrecciando le vicende delle campagne della Valdichiana in un romanzo che ripercorre gli ultimi due secoli di storia.
Così, una leopoldina abbandonata, “Frontiera Due” per l’appunto, diventa la narratrice di una vicenda avvincente, anzi per più vicende che si intrecciano tra di loro; storie che, nel loro esplicarsi, percorrono generazioni su generazioni.
Piero Giulio Baricci è un biologo in pensione, da sempre appassionato lettore, che soltanto in età matura ha realizzato il suo primo romanzo. L’attività letteraria si lega a doppio filo con un’altra passione, quella della musica: chitarrista e bassista, oltre che scrittore di numerosi testi di canzoni, con il suo gruppo musicale ha suonato per anni, provando in una leopoldina che ha poi ispirato il podere chiamato “Frontiera Due”.
In alcune occasioni ha ospitato anche i giovanissimi Baustelle, una delle band più famose uscite da Montepulciano, ai tempi in cui non avevano ancora gli strumenti con cui provare. Baricci ha visto crescere i Baustelle, prestando loro gli strumenti e la leopoldina, e di quelle esperienze il compaesano Francesco Bianconi ha sempre tenuto gran conto, tanto da scrivere un commento pubblicato a margine di “Frontiera Due”. D’altronde anche Bianconi, come Baricci, ha aggiunto alla passione per la musica quella della letteratura, pubblicando due romanzi con la Mondadori.
Il romanzo di Baricci racconta la vicenda di una tipica casa colonica della Valdichiana, attraverso l’espediente del ritrovamento di un manoscritto in cui si intrecciano le tante storie e i tanti personaggi che sono ruotati attorno al podere “Frontiera Due”. Un nome inventato per una leopoldina come tante, uno dei tanti poderi in rovina che si possono incontrare lungo le strade e le campagne della Valdichiana. Un podere abbandonato che incontra un personaggio abbandonato, Mario, che probabilmente riconduce ad un uomo realmente vissuto, lasciato solo da tutti, e queste due solitudini si parlano a vicenda e aprono la via ai racconti del passato.
Ogni capitolo viene introdotto da una citazione di un brano musicale, per sottolineare con più forza il legame tra musica e letteratura. Nel corso dei capitoli del romanzo emergono personaggi inventati e personaggi reali, riproposti attraverso l’estro dell’autore in situazioni verosimili. Ad esempio l’ingegnere aretino Fossombroni, artefice delle colmate della bonifica, oppure il Granduca Leopoldo di Toscana, fino a Giuseppe Garibaldi e ai soldati della Grande Guerra.
La storia si intreccia alla biologia, alla musica, all’arte: la personalità poliedrica di Baricci si è cimentata anche nell’illustrazione della copertina (l’autore si diletta anche a dipingere), che rappresenta una falena nata dai bachi da seta, un allevamento che è stato molto importante per l’economia della Valdichiana, dato che molti contadini utilizzavano i piani superiori delle leopoldine e addirittura le camere da letto per l’allevamento del baco da seta.
Questo romanzo ha il pregio di ricordarci l’importanza storica della leopoldina, non soltanto come particolarità architettonica, ma per la sua valenza sociale, culturale ed economica. Giulio Piero Baricci ha il merito di aver intessuto, come in un bozzolo di seta, la musica, la biologia, l’arte e la letteratura. Perché la letteratura, come ha scritto Francesco Bianconi in “Frontiera Due”, è forse l’unica e commovente forma di biologia possibile

 

 

 

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