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ASCIANO: PRESENTAZIONE DI UN DOCUMENTARIO SU DUE CONIUGI EBREI

News inserita il 07-12-2015

Prima proiezione del video documentario sulla storia di due coniugi ebrei che, nel febbraio del 1944, vengono arrestati ad Asciano e deportati nel lager nazista di Auschwitz- Birkenau dove troveranno la morte. E’ “1944, Asciano-Auschwitz solo andata” il documentario realizzato dal giornalista Juri Guerranti e prodotto dal Comune di Asciano che sarà presentato mercoledì 9 dicembre alle 17 nella mediateca di Ascianoalla presenza, insieme all’autore, del Prefetto di Siena Renato Saccone, del sindaco di Asciano Paolo Bonari e dell’Abate Generale di Monte Oliveto Maggiore Don Diego Maria Rosa.

Il documentario ripercorre la vicenda di Angelo Ayò e di sua moglie Fanny De Porto che lasceranno Asciano nel febbraio del 1944 per poi salire sul convoglio numero 10 con destinazione Auschwitz-Birkenau. Al loro arrivo saranno subito inviati nelle camere a gas per lo sterminio.

Durante le ricerche e la successiva produzione del video documentario, Juri Guerranti è riuscito a risalire ad una parente dei coniugi Ayò. Si tratta della nipote 95enne, Elena Rossi Artom, che vive dal 1939 in Israele. Il Comune di Asciano, che lo scorso settembre ha conferito la medaglia d’oro alla Memoria ai coniugi Ayò, ha potuto così spedire alla signora Artom l’omaggio della comunità ascianese.

La nipote dei deportati ha così scritto la seguente lettera di ringraziamento al sindaco Bonari:

«Ammiro la Sua dedizione per emendare al possibile l'ingiustizia di cui sono stati vittime i miei zii Angelo Ajò e Fanny De Porto. Spero che la Sua iniziativa di tramandare la loro memoria sia di esempio, in particolar modo alle nuove generazioni che non hanno vissuto  le vicende di quegli anni. Riflettendo sulla sorte dei miei zii e da quello che ho appreso ultimamente dalla preparazione del Documentario, ho notato che essi,  pur temendo per la loro sorte e vivendo in condizioni terribili, sono potuti stare insieme fino agli ultimi momenti della loro vita: erano nello stesso convoglio per Auschwitz. La ringrazio vivamente per questa Sua opera meritoria».

 

 

 

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