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STORIA DEL PALIO: I FANTINI STRANIERI CHE HANNO CORSO IN PIAZZA DEL CAMPO

News inserita il 18-09-2013

Il primo, nel luglio 1927, fu Perè Golon detto Alì, venditore ambulante eritreo di origini libiche.

Il cappotto del "tedesco" Tittia ci da l’occasione per ricordare i fantini non italiani che hanno calcato il tufo di Piazza del Campo.

ALI’

Il primo fantino straniero a correre il Palio fu Perè Golon detto Alì, eritreo di origini libiche.

Nel luglio 1927 il Bruco ebbe in sorte un modesto sauro di Michele Vannini che nella prima prova fu montato da Alibrando Cortecci, fantino fatto in casa essendo brucaiolo da generazioni e fratello del popolare "Ghelle" storico barbaresco di Via del Comune.

Lo scarso valore del cavallo indusse però il Capitano Giacomo Fossati a non sacrificare il giovane Cortecci che lasciò il posto ad Alì, un venditore ambulante che si vantava di saper cavalcare a pelo fin dall’infanzia.

La novità assoluta suscitò la curiosità dei brucaioli che presero subito in simpatia il fantino di colore.

Per il Palio all’eritreo fu assegnato l’unico compito di ostacolare il Nicchio, contrada con cui il Bruco era da tempo in acceso contrasto.

Leggenda narra che nell’esaltazione del momento l’eritreo chiese addirittura di portare in piazza un coltello per fermare il rivale Porcino.

Alla mossa Nicchio e Bruco capitarono al primo ed al secondo posto e fu semplice per Alì stringere Porcino allo steccato facendolo partire nettamente in ritardo.

Assolto egregiamente il compito assegnato Alì fu confermato dal Bruco anche per la prima prova del Palio d’agosto ma venne subito sceso e sparì definitivamente dalla scena paliesca "riciclandosi" a fare il tassista a Genova.

I TRE ARGENTINI

Dopo trentotto anni, nell’agosto 1965, toccò al trentenne Victor Ramon Barrionuevo detto El Argentino vestire il giubbetto della Pantera per montare la grigia Gabria. La scelta di Ettore Bastianini non si rivelò azzeccata, l’argentino disputò una corsa incolore che segnò la repentina fine della sua esperienza in piazza.

A metà anni settanta arrivò a Siena da Buenos Aires il fantino Jorge Cordon che dopo tanta gavetta debuttò nel Nicchio nell’agosto 1976 cadendo da Rostov al secondo Casato. L’anno dopo pur mettendosi in mostra nelle batterie, montando Quebel e Quadrivio veri gioielli della Scuderia Savelli, L’Argentino corse tre prove su Tobruk nel Drago per poi essere sostituito dal grande Aceto. La seconda ed ultima presenza arrivò nell’agosto del 1978 su Teseo II nel Drago. Pur rimanendo a Siena anche negli anni seguenti L’Argentino corse solo una batteria e la prima prova del luglio 1984 per l’Onda.

Da Buenos Aires, passando per l’astigiano, nel 1992 giunse a Siena il terzo argentino della storia del Palio: Martin Ruben Ballesteros detto Pampero. Fantino di riferimento del Leocorno per le carriere del 1998 negli anni seguenti non trovò più fiducia e fu ripescato, abbastanza a sorpresa, dall’Aquila nel luglio 2003 per montare il quotato Altoprato. La corsa di Pampero fu decisamente deludente e la sua esperienza in piazza si chiuse nell’agosto successivo, ancora nel Leocorno, con la caduta da Donnaiuolo al primo Casato.

IL POLACCO

Luciano Tarlao, per tutti il Polacco, pur non correndo mai il Palio è meritevole lo stesso di uno spazio in questa galleria di fantini stranieri.

Cavallerizzo tanto spericolato quanto spettacolare, sono rimaste nella storia alcune sue evoluzioni da circense nelle prove di notte, arrivò a Siena sul finire degli anni sessanta del secolo scorso.

La grande occasione per correre il Palio arrivò già nell’agosto 1969 quando il Bruco lo chiamò per sostituire il grande Ciancone, su Macchina II, per poi smontarlo all’ultimo momento a favore del mediocre Lenticchia costretto ad arrampicarsi su una terrazza per sfuggire alle ire dei brucaioli.

L’anno seguente il Polacco vinse due prove nella Civetta ma gli fu preferito l’esperto Lazzaro, stessa sorte nella Selva nel luglio 1972 su Pitagora.

Abbandonata ogni velleità di correre il Palio la presenza del Polacco alla tratta divenne praticamente fissa, dal 1969 al 1987 corse ben quarantatre batterie, un vero record.

La sua presenza era legata a quella del suo cavallo Sputnik, presentato in ben diciotto occasioni.

Sputnik fu decisamente più fortunato del suo proprietario il barbero del Polacco, infatti, fu scelto dai capitani nell’agosto del 1980 in maniera del tutto particolare.

Sputnik, segnato come Putnik per un difetto di pronuncia del suo storico proprietario, era già stato scartato ma rientrò nel lotto per l’infortunio che all’ultimo istante precluse la partecipazione ad Ariana de Santana.

Putnik toccò al Nicchio che l’affidò a Bastiano il quale partì alla grande e restò primo fino alla caduta avvenuta al primo Casato.

Con apprezzabile ostinazione il Polacco portò per altri sette anni il suo pupillo in piazza ma per i capitani risultò impossibile riprendere un cavallo che non girava quasi mai a San Martino e che quando ci riusciva spesso assaggiava il tufo insieme al suo inseparabile fantino.

Roberto Filiani - foto: www.ilpalio.org

 

 

 

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