Fra coloro che sono stati premiati c'erano multiformi esistenze e diverse attività di cui Siena deve anadare fiera.
Per una volta non parliamo di cavalli e fantini. Su questi ci torneremo domani mattina con l'oramai classico “borsino” del Palio che ci dice quali azioni siano in rialzo, quali in stallo, e quali in ribasso.
Voglio parlare del Premio Mangia, perchè questa mattina, assistendo alla cerimonia dalla platea del Teatro dei Rozzi, ho riscoperto il senso di un premio che qualche scelta errata e qualche interpretazione sballataavevano rischiato di mettere seriamente in pericolo, anche per responsabilitàprecisa – sia detto – del Magistrato delle Contrade che sulla materia aveva poche idee e peraltro sbagliate.
Il Concistoro del Mangia, questa volta, ha fatto centro, con una proposta che parte da medaglie con diversi significati, per le quali si va dal fine poeta ed enigmista, il Torraiolo Riccardo Benucci, per anni dalla scrivania dell'Azienda di Turismo, che allora sovrintendeva al Mangia, segretario del Premio medesimo, al Contradaiolo “puro” come Enrico Giannelli, cultore di statistiche che fanno storia, autore di sonetti e libri, e di passaggio Priore e Capitano Vittorioso del suo Drago, per chiudere con un ex Sindaco della nostra città, Fazio Fabbrini, che non fu un Sindaco normale, ma quello che coltivò con coraggio, lungimiranza e caparbietà, l'idea di restituire il Centro Storico della di Siena, ai pedoni, alla gente, tagliando finalmente il traffico pesante di bus e quello leggero ma pestifero della auto private, facendo di Siena un esempio da seguire per tante, ma starei per dire, per tutte le città Italiane ed Europee che andarono a pedonalizzare i loro nuclei centrali.
E poi ho scoperto un Mangia giovane-giovane che si è inventato un percorso di vita ed una attività, quella di architetto giardiniere, anche se Lui si definisce giardiniere e basta, che l'ha portato alla ribalta in Gran Bretagna, Francia e nel mondo intero.
Ero curioso di capirne di più su questo Luciano Giubbilei. C'ha pensato Fulvio Bruni con una presentazione originale fatta anche di immagini e musica a descriverne lavoro, carriera e personalità.
Ed è qui che ho riscoperto tutto il senso e il sapore del Premio Mangia.
C'erano fra medaglie e Mangia multiformi esistenze e diverse attività di cui andare fieri.
Sistemati – e lo dico con una voluta vena polemica – quanti, non so se per rabbia, per invidia o per ignoranza, avevano riempito pagine sui media per denigrare il Premio, definendolo un Premio fra gente di potere, un Premio di scambio, nemmeno si parlasse di politici truffaldini o di mafiosi.
Basterebbe andare a rileggere le figure degli insigniti dal 1952 al 1985 ( libretto di Lucia Nardi edito dall'allora Azienda Autonoma di Turismo di Siena) e quelli premiati dal 1986 al 2009 “Siena nel Cuore” del Comune di Siena, edizioni Betti, per capire che il Mangia è un premio serio e che qualche scivolata d'ala può solo aver scalfito, ma mai imbastardito.
L'ha capito la gente di Siena che ha accolto con calore e applausi gli insigniti, presentati da Andrea Sbardellati ( il Benucci), il Dott. Rossi ex Priore del Drago (il Giannelli) e Duccio Balestracci (Fabbrini), in un Taetro quello dei Rozzi con tanti Senesi.
Un unico appunto, che peraltro ho fatto anche in altre occasioni. Non sarebbe finalmente l'ora di cominciare alle 11 in punto per non ridurci ad frettolose premiazioni alle 13? Capisco le esigenze dell'Arcivescovo e della solennità della Santa Messa dell'Assunta in Cattedrale, capisco meno perchè si debba restringere la cerimonia in una oretta secca.
Roberto Morrocchi