IL POTERE E I SOLDI. VALENTINI: "A SIENA VITA INQUINATA DA MPS"

News inserita il 26-03-2016 - Attualità Siena

Il sindaco ascoltato dalla commissione regionale d’inchiesta sul Monte dei Paschi (Agenzia Impress).

«La vita di Siena è stata inquinata dai soldi e dal potere del Monte dei Paschi. Le scelte politiche si facevano non per convinzione, ma per convenienza. I gruppi politici erano influenzati dalla possibilità, attraverso il consiglio comunale, di incidere sulle scelte della Fondazione e della Banca, e quindi sugli utili da erogare». Lo ha dichiarato il sindaco di Siena Bruno Valentini, ascoltato dalla commissione regionale d’inchiesta su Mps. La commissione era presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S).

Mps, input locali e nazionali. «Il danno più grave è stato sulla cultura diffusa – ha aggiunto il sindaco di Siena- perché si è creata dipendenza, riluttanza al rischio e a fare impresa». Secondo Valentini «la Fondazione aveva un ruolo determinante nelle scelte della Banca. E nella Fondazione esercitavano una funzione rilevante le istituzioni locali, governate dalla politica. C’è stata quindi una filiera decisionale che influiva in modo forte sulle attività della Fondazione e quindi della Banca, che derivava da input locali e nazionali”.

La responsabilità della politica. Secondo il primo cittadino «l’incauto acquisto di Banca Antonveneta ha avuto un consenso generale, sia a Siena che fuori, anche dai sindacati interni. La responsabilità della politica – ha affermato – è stata non aver valutato i rischi e non aver imposto i controlli necessari, sia sul prezzo sia su ciò che si comprava». Il sindaco ha precisato che, a livello nazionale, si è sempre guardato con favore all’integrazione della banca in un sistema di credito più vasto, mentre a livello locale c’era la convinzione che il controllo sarebbe rimasto a Siena.

Le responsabilità dei media. Nel corso della stessa seduta la Commissione ha ascoltato, tra gli altri, anche Raffaele Ascheri, insegnante, blogger e autore di molti libri sul “sistema Siena”. «Da parte dell’informazione locale – ha detto – c’è stato un completo allineamento sui desiderata di Mussari e Vigni [presidente e direttore generale di Mps, NDR], ma anche di chi è venuto dopo. Di fatto, in questi anni, non è esistita una stampa capace di porre qualche domanda». Nel corso dell’audizione sono stati ascoltati anche gli avvocati Giulio Caselli, responsabile regionale Adusbef, associazione che tutela i consumatori nel settore del credito e Luigi De Mossi, difensore di parte civile in alcuni procedimenti legati alla vicenda Mps, che ha svolto anche incarichi specifici di valutazione sulla vicenda Antonveneta. Quest’ultimo ha citato la relazione di Daniele Pirondini, che solleva alcune perplessità sull’acquisto, in merito alla mancanza di una due diligence sull’acquisto.

Le responsabilità di Bankitalia e Consob. Secondo il presidente della commissione d’inchiesta Giacomo Giannarelli «ancora una volta emerge il ruolo da Banca d’Italia e Consob. Un’operazione come l’acquisto di Antonveneta non può non avere l’avvallo degli organi di controllo. Perché non sono intervenuti? Mi auguro che nello sviluppo dei procedimenti giudiziari si chiarisca anche questo aspetto».

«Dilapidato patrimonio gigantesco». I lavori della commissione proseguiranno con l’analisi delle partecipate. «La gestione scellerata della banca, un ruolo della vigilanza da chiarire, partiti alla ricerca di consenso e potere hanno dilapidato un patrimonio gigantesco – ha concluso Giacomo Giannarelli–. E anche iniziative interessanti, come SienaBiotech, sono andate in crisi per mancanza di contributi dalla Fondazione che gestiva gli utili della banca e centinaia di cittadini sono rimasti senza lavoro in un territorio che ha delle potenzialità enormi, ma soffocate da un passato che non deve riproporsi».

Fonte: www.agenziaimpress.it

 

 

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