“Decisione inopportuna che non fa bene a nessuno e tantomeno alla cittadina senese"
“Una decisione di cui prendiamo atto e che si pone in linea con l’atteggiamento distaccato manifestato in più occasioni dal Comune di Gaiole in Chianti, rischiando di danneggiare lo stesso territorio di cui si dice promotore”. E’ quanto affermano, in forma congiunta, i primi cittadini del Chianti - Marcello Bonechi (Castellina in Chianti), Giacomo Trentanovi (Barberino Val d'Elsa), Fabrizio Nepi (Castelnuovo Berardenga), Paolo Sottani (Greve in Chianti), Pier Paolo Mugnaini (Radda in Chianti), Massimiliano Pescini (San Casciano Val di Pesa), David Baroncelli (Tavarnelle Val di Pesa) - che sabato scorso, in occasione dei 300 anni del Chianti Classico, hanno firmato l’accordo che prevede l’istituzione del distretto rurale e il pieno supporto alla candidatura del Chianti a patrimonio Unesco dell’Umanità, prendendo atto del no espresso da Gaiole in Chianti sullo stesso accordo nel proprio consiglio comunale.
Un confronto sempre respinto su politiche di area. “Gaiole in Chianti - aggiungono i sindaci - ha contestato modi e tempi di discussione dell’accordo lamentando un mancato coinvolgimento delle aziende e di altri soggetti espressione del mondo economico e produttivo locale. Coinvolgimento e confronto che, invece, sono stati portati avanti dal Consorzio del Chianti Classico e che la stessa amministrazione gaiolese ha più volte evitato non presentandosi agli incontri istituzionali dedicati all’accordo territoriale, al distretto rurale, al biodistretto e, non ultima, alla promozione turistica di area. Ricordiamo, infatti, che nei mesi scorsi Gaiole in Chianti non ha firmato neppure il protocollo sulla valorizzazione del Chianti attraverso attività e strumenti coordinati finalizzati a dare forza e valore aggiunto alle eccellenze e alle potenzialità ancora inespresse del nostro territorio”.
Un danno per tutto il territorio di Gaiole. “La decisione di Gaiole in Chianti di non approvare il distretto rurale - continuano i sindaci - rischia di danneggiare il suo stesso territorio, interamente compreso nei confini stabiliti dall’accordo firmato sabato scorso per identificare in maniera inequivocabile un territorio, la sua comunità, la sua storia, la sua cultura e la sua economia. Il Distretto rurale del Chianti, infatti, corrisponderà alla zona delimitata dal decreto ministeriale del 1932, ma comprenderà gli interi territori dei Comuni del Chianti nelle sue azioni istituzionali e negli interventi amministrativi, tecnici e finanziari di supporto alle imprese. Questo permetterà di andare oltre la divisione presente finora nel Chianti Classico e di ‘blindare’ l’intero territorio, limitando l’uso del termine ‘Chianti’ solo a chi fa veramente parte di questo territorio, con benefici e ricadute positive in termini di promozione e valorizzazione per tutto il tessuto economico e produttivo, non solo per quello legato al mondo del vino”.
Un’assenza fuori luogo nei 300 anni del Chianti Classico. “La festa per i 300 anni del Chianti Classico - aggiungono ancora i sindaci - è stato un momento importante per riunire tutti i soggetti legati al territorio e alla sua valorizzazione. Il nostro auspicio è che possa ripartire un dialogo e un confronto costruttivo per il bene di tutte le aree e le comunità coinvolte”.