GRAFFIONE ETRUSCO: AL SANTA MARIA PER LE GIORNATE EUROPEE DELL'ARCHEOLOGIA

News inserita il 08-06-2024 - Eventi Siena

Appuntamento dal 14 al 16 giugno al Museo Archeologico Nazionale

Arrivano a Siena le giornate europee dell'archeologia

Siena si prepara a celebrare le giornate europee dell’archeologia nel fine settimana dal 14 al 16 giugno, con un evento di particolare rilevanza presso il Museo Archeologico Nazionale del Santa Maria della Scala. Per l’occasione, il museo esporrà al pubblico un importante pezzo della collezione Bonci Casuccini, attualmente oggetto di un delicato restauro.

Il "graffione" etrusco in bronzo

Il protagonista dell’esposizione è un "graffione" etrusco in bronzo, databile tra il V e il IV secolo a.C. Questo particolare strumento è composto da un'immanicatura e una barra orizzontale su cui si dispongono dei rebbi o "bracci" inclinati. Il graffione ha suscitato diverse interpretazioni nel corso degli anni, ma gli studiosi oggi concordano sul suo utilizzo per l'illuminazione. Si ipotizza che venisse impiegato tramite protocandele o corde imbevute di materiale infiammabile, passate attorno agli uncini.

Classificazione e provenienza

Nella classificazione realizzata da Vittorio Mascelli, il graffione rientra nel secondo tipo, caratterizzato dalla presenza di una barra orizzontale, in contrasto con il primo tipo che presenta rebbi disposti attorno ad un anello. Oltre al pezzo in restauro, il museo conserva un secondo graffione della stessa foggia, proveniente dalla collezione Chigi Zondadari.

Descrizione storica

Questo graffione era già noto a Ranuccio Bianchi Bandinelli, che nel suo "Clusium" del 1925 ne offre una descrizione dettagliata: “Utensile che deve ritenersi, verosimilmente, un candelabro a mano, di uso probabilmente rituale [...] di tali istrumenti se ne conservano alcuni altri esemplari, più o meno ben conservati [...] l'esemplare Casuccini è il più integro della serie conosciuta, mancando solo un terzo gancio nel mezzo della sbarra”. Prima dell’intervento di restauro, l'oggetto era coperto da strati di incrostazioni ed era frammentario in uno dei bracci laterali.

Il restauro

I lavori di restauro, condotti dalla restauratrice Nora Marosi, hanno incluso la rimozione dei prodotti di degrado dalla superficie del graffione. Dopo un'approfondita pulitura meccanica, si è proceduto all'incollaggio del rebbio staccato. Infine, la superficie è stata trattata con inibitori di corrosione e coperta da strati protettivi per prevenire futuri danni.

L’esposizione del graffione rappresenta un’occasione unica di documentazione in corso dei lavori di restauro. Al termine degli interventi, il graffione potrà essere esposto insieme all'esemplare della collezione Chigi Zondadari e sarà oggetto di ulteriori studi da parte degli specialisti.

 

 

 

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