DA MODELLO AD AVVERSARIO: ROBUR, ECCO LA GIANA ERMINIO

News inserita il 02-09-2016 - Robur Siena

I bianconeri attesi dal debutto casalingo domenica alle 16.30


“Cercheremo di costruire un modello di calcio sull’esempio di società come la Giana Erminio, che ha sempre fatto la Promozione o la Prima Categoria e adesso è una realtà affermata”. Federico Trani lo diceva a fine febbraio, in occasione della sua prima uscita ufficiale da futuro dirigente bianconero. La Robur aveva appena imbrigliato sullo 0-0 la capolista Spal, avviata a spron battuto verso la cadetteria, e la sintonia tra Anna Durio e Antonio Ponte sembrava pressoché perfetta.

Tanto che si ipotizzava una probabile permanenza di Ponte come “socio di minoranza” nell’era Durio che si sarebbe aperta di lì a breve.

Molte cose sono cambiate da quel freddo pomeriggio invernale. Una di queste è il girone della Robur. Non più il B, ma l’A. Cambia una lettera e, in parte, anche la geografia. Rimangono i derby toscani, ma anziché muovere verso regioni centrali come Abruzzo e Marche si incrociano principalmente squadre del Nord-Ovest. E così, a più di 3 anni dall’ultima volta (Siena-Milan 1-2), ecco tornare la sfida tra il Siena e una milanese. Non certo il Milan o l’Inter, ma la ben più modesta Giana Erminio, rigorosamente di genere femminile. Eppure Erminio Giana, soldato alpino caduto a 19 anni durante la Prima Guerra Mondiale, era un uomo. Da lui ha ereditato il proprio nome la squadra biancazzurra, unico caso nel calcio professionistico di club con un nome e un cognome.

La Giana è la terza squadra di Milano, o perlomeno questo è ciò che sostiene la società di Gorgonzola sul proprio sito ufficiale. Una squadra da prendere a modello secondo Federico Trani, che con quel paragone un po’ incauto e un po’ male interpretato fece storcere la bocca a una buona fetta della tifoseria. Eppure il concetto espresso dall’attuale ad bianconero non era affatto sbagliato: perché dietro al miracolo della Giana c’è una ricetta che ha come ingredienti serenità, programmazione e fiducia reciproca tra club e ambiente. È così che la Robur vorrebbe riconquistare il calcio che conta, quello che ha vissuto dall’inizio del nuovo millennio fino a due anni fa.

Per cominciare i bianconeri proveranno a conquistare la prima vittoria ufficiale dell’era Durio (formalmente è questa la sua prima da presidente). Il destino ha voluto che il debutto casalingo della nuova proprietà, che si è ormai lasciata alle spalle anche lo scoglio Mele, fosse proprio contro quella Giana eletta a modello solo qualche mese fa. Un club che vanta una gestione familiare, con un presidente in carica da più di 30 anni e un allenatore, Cesare Albè, in panchina ininterrottamente dal 1994. Con lui, dal 2012, sono arrivate le tre promozioni consecutive (dalla Promozione alla Lega Pro) che hanno proiettato la Giana Erminio nel calcio dei grandi. Poi due salvezze piuttosto tranquille, conseguenza di un 14° e un 12° posto. Oltre all’emozione di giocare in stadi storici come Padova e Venezia. E ora l’Artemio Franchi, con mister Albé che nelle dichiarazioni della vigilia si è soffermato sull’emozione di calcare per la prima volta il manto del Rastrello: “Se chiudo gli occhi e penso allo stadio di Siena mi torna in mente un Siena-Milan di tre anni fa, quando i rossoneri vinsero solo nei minuti finali e conquistarono la qualificazione ai preliminari di Champions. Per me la storia è importante, sarà un’esperienza straordinaria”.

Ma nelle file della Giana Erminio, vittoriosa per 2-1 all’esordio contro la Carrarese, c’è anche chi il manto del Franchi lo conosce già. Si tratta di Alex Pinardi, centrocampista dai piedi buoni e dal passato glorioso, che il 10 novembre 2004 giocò l’ultima mezz’ora di Siena-Lecce 1-1 (vantaggio di Pecchia e risposta di Cassetti). Nella stagione successiva (26 marzo 2006) Pinardi partì invece titolare e servì l’assist dello 0-2 a Vucinic: a nulla valse il sigillo di Bogdani, i pugliesi riuscirono a espugnare il Franchi. L’altro grande vecchio della Giana è l’eterno bomber Salvatore Bruno (a segno alla prima di campionato), in A con il Napoli nel ’97-98 e poi diviso tra seconda e terza serie al ritmo di quasi una maglia diversa all’anno (quelle di Brescia, Chievo e Sassuolo tra le altre). 

LA ROSA

PORTIERI: Nino Pablo Sanchez (’95), Sergio Viotti (’90)
DIFENSORI: Alessandro Sosio (’94), Andrea Montesano (’92), Gabriele Rocchi (’96), Matthias Solerio (’92), Simone Bonalumi (’94), Simone Perico (’89), Tommaso Augello (’94)
CENTROCAMPISTI: Alessio Iovine (’91), Alex Pinardi (’80), Daniele Pinto (’86), Marco Biraghi (’86), Marco Capano (’96), Matteo Marotta (’89), Riccardo Chiarello (’93), Simone Greselin (’98)
ATTACCANTI: Aldo Ferrari (’91), Fabio Perna (’86), Gullit Asante Okyere (’88), Salvatore Bruno (’79), Tommaso Lella (’88)

Fonte foto: A.S. Giana Erminio

Giovanni Marrucci

 

 

 

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