BLOCK NOTES: MPS, CHI VISSE SPERANDO...SPERA VIVENDO

News inserita il 21-01-2016 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

La sorte del Monte dei Paschi riguarda tutti. E una solida speranza vale ancora molto.

Spero che il Monte regga. Spero che le parole di Padoan e dello stesso Renzi non siano parole al vento, voglio sperare che quelle di Viola, dopo il lungo inspiegabile silenzio durato oltre tre mesi, non siano pannicelli caldi, ma parole dettate da una conoscenza profonda della Banca e dei suoi veri problemi.

C'è in atto, nel mondo globale finanziario, una rivoluzione. La Borsa Cinese e insieme a lei tutte le Borse Orientali stanno perdendo valore. Il mercato Cinese perde quota. Il prezzo del petrolio è ai minimi termini.

I contraccolpi in Europa e quindi in Italia si fanno sentire eccome.

E' chiaro come in un simile scenario siano soprattutto le Banche a soffrire. Soffrono tutte le Banche Italiane...soffrono di più quelle che possono apparire più deboli. Il Monte dei Paschi è patrimonialmente solido. Non lo dico io, che non conto un tubo, e non lo dice solo Viola che è parte interessata, lo dicono tutti (tranne Borghi che da economista è diventato un battitore libero della Lega) ma proprio tutti gli analisti finanziari Italiani ed Europei. Ha un problema da risolvere, il Monte, e chi mi segue da mesi su Ok Siena lo sa, e cioè di avere sul groppone un carico di sofferenze notevolissimo.

Ammontano a 45 i miliardi i crediti a contenzioso. Sono coperti per quasi il sessanta per cento. Una copertura a livelli, direi, quasi ottimali, ma è chiaro che se si entra nell'ottica della costruzione di una "bad bank" - una Banca unica che raccolga tutti i crediti a sofferenza del sistema bancario - la svalutazione del contenzioso, in vista di recuperi e cessioni di pacchetti comporterà una ulteriore svalutazione dei crediti  della Banca Monte di un ulteriore 20% circa.

Questa è una chiave di lettura della debolezza del titolo BMPS in Borsa.

Intendiamoci non ho in tasca nessuna verità rivelata, come penso non l'abbiano in tasca Valentini, Scaramelli e quanti a Siena e dintorni si arrovellano intorno alla nuova crisi del titolo.

Nuova, si fa per dire, perché il titolo, in crisi, è entrato dopo l'acquisto dell'Antonveneta - la madre della tragica crisi -  e c'è restato bruciando tutti gli aumenti di capitale effettuati. Insomma saremo anche "sani", come dice Viola, ma io mi accontenterei di essere in convalescenza.

Un'altra chiave di lettura potrebbe essere data da una prossima mossa di UBI sullo scacchiere del risiko bancario. C'è chi vede nella corsa al ribasso del titolo Monte una strategia per mettere le mani sul Monte e coinvolgere il nostro vecchio Istituto in una aggregazione che veda protagonista UBI, con sede a Bergamo, Banco Popolare e Monte dei Paschi.

Vedremo. E' chiaro come il sole, che di Banca senese non si debba parlare più. Non è più di Siena...qui ha solo la sede e chissà se la potrà mantenere.

La Fondazione, in questo scenario, conta come il due di briscola...e allora perchè tanta attenzione sul destino del Monte? Per ragioni storiche, per questioni di puro campanile e per affetto.

Quisquilie se pensiamo ai posti di lavoro che riguardano ancora tantissimi Senesi e la stabilità economica delle nostre famiglie, ma anche del tessuto socioeconomico della nostra città.

La sorte del Monte ci riguarda, eccome, tutti e da vicino. Non scherziamo. Ecco perché "spero", anche se so bene come andò a finire a che visse sperando. Ma in questo quadro una solida speranza vale ancora molto.

Roberto Morrocchi

 

 

 

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