A TU PER TU CON LA PSICOLOGA SABRINA CAPITONI

News inserita il 15-03-2017 - Ok Siena

La psicoterapia come percorso di crescita individuale, superando, piano piano tutti gli ostacoli che la vita ci pone

Sempre più frequentemente sentiamo parlare di depressione, di ansia e di attacchi di panico.

Colpiscono molte fasce di età, con una percentuale maggiore per il sesso femminile. Sono stati di animo, come sappiamo, che creano un forte disagio nella persona che si trova spesso “sola” a vivere un dolore poco compreso dall’esterno e magari a vergognarsi di esprimere questo problema con familiari o amici per paura di essere giudicato “matto” o comunque “debole”.

Proprio al fine di fare un po’ di chiarezza in merito, ci siamo rivolti alla Dott.ssa Psicologa Sabrina Capitoni che riceve a Sinalunga in via Trento, 90 (https://www.psicocitta.it/psicologi-psicoterapeuti/2281-dottssa-sabrina-capitoni.php - cell: 347/4839878).

D: Dottoressa, quali sono i disturbi che maggiormente si trova a curare?

R: Buongiorno, nella pratica clinica incontro molte persone con differenti tipologie di disagio. Io mi occupo preferenzialmente di  disturbi d’ansia e di psicotraumatologia. Lavoro con adolescenti e adulti. Gli attacchi di panico sono tra i disturbi più diffusi per i quali le persone si rivolgono al mio studio, ma lavoro anche con chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo e disturbo post traumatico da stress.

D: Il paziente che si presenta per la prima volta da Lei ha un qualche pregiudizio nella figura dello psicologo o una sorta di paura nell’affrontare un percorso di cui non conosce bene l’iter?

R: Ogni persona ha la propria idea di cura, e spesso quest’idea non corrisponde all’effettivo svolgimento del lavoro in terapia. E’ per questo che le prime fasi del lavoro insieme sono dedicate non solo alla comprensione del funzionamento del paziente ed alla condivisione dello stesso, ma anche alla spiegazione del percorso che verrà fatto in terapia e di come si svolgerà. Nella pratica psicoterapica è fondamentale che il paziente conosca cosa si farà, quali saranno gli obiettivi che ci siamo prefissati e come cercheremo di raggiungerli. E’ importante che possa comprendere a pieno quale è il suo funzionamento, cosa lo ha fatto arrivare a quel tipo di malessere e come si può procedere insieme per stare meglio. Il paziente dovrà conoscere alcune tecniche e comprendere come funzionano in modo da poter decidere di modificare comportamenti e pensieri per migliorare il proprio benessere.

D: Molte persone ricorrono alla psicoterapia proprio quando non riescono più a sopportare il dolore, l’ansia. Cosa direbbe a queste persone?

R: Direi che è comprensibile. Spesso cerchiamo soluzioni in autonomia per molte ragioni: perché crediamo di poter riuscire da soli, perché abbiamo pudore dei nostri pensieri, perché cerchiamo di ridurre i costi economici. A volte riusciamo a trovare la strada, ma spesso ciò che facciamo da soli, e sicuramente in buona fede, non fa che aumentare il nostro disagio. E’ difficile uscire da soli attraverso le stesse soluzioni che ci hanno condotto al malessere. La psicoterapia è un percorso prima di tutto di comprensione e poi di cambiamento, i risultati raggiunti influiscono in modo positivo in molte aree della nostra vita ad iniziare dal nostro senso di autoefficacia e di autostima. Se comprendiamo come funziona, se comprendiamo come riusciamo a trovare modalità per affrontare e migliorare e questo ci rende più forti e sicuri.

D: Dottoressa Capitoni, nello specifico, ci può elencare le aree psicologiche di cui si occupa?

R: Più che di Aree psicologiche vorrei parlare di emozioni. Le persone si rivolgono a me con il peso di alcune sofferenze, con emozioni che non riescono a sopportare e con le quali non riescono a convivere. Parliamo soprattutto di ansia, paura, a volte panico, tristezza ed angoscia. Il peso di queste spesso interviene sulla possibilità di raggiungere i propri scopi. Si trovano in momenti di cambiamento e di scelta, o in altre situazioni si sentono improvvisamente e incomprensibilmente investiti da emozioni e situazioni che sentono di “non saper gestire”. Devo dire, che lavorandoci spesso, e avendo specializzazioni in questa direzione, vedo con maggior frequenza pazienti che soffrono di attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbi ossessivo compulsivo e disturbi post traumatici da stress, derivanti da eventi traumatici importanti o ripetuti.

D: Sentiamo dire che la “depressione” e tutto ciò ad essa correlato è una malattia dei tempi moderni. Lei è d’accordo con questa teoria?

R: La depressione è una patologia importante, purtroppo utilizziamo spesso il termine depressione in modo improprio, chiamando depressione anche stati di tristezza o emozioni e sensazioni fortemente negative che più o meno tutti, nell’arco della vita possiamo sperimentare soprattutto quando viviamo perdite. L’Organizzazione mondiale della sanità OMS la ritiene la seconda causa di disabilità nell’ambito delle patologie fisiche e psicologiche, seconda solo all’infarto. Si stima che nel Mondo siano affette da depressione circa 340 milioni di persone.  La tristezza è un elemento importante delle depressione, ma non l’unico. La tristezza è un’emozione che non va curata di per sé perché ci ricorda l’importanza di ciò che perdiamo e spesso ci aiuta a recuperare il senso dei nostri valori e della nostra vita.

D: C’è qualche differenza tra “psicologo” e “psicoterapeuta”, oppure no?

R: Psicologo e Psicoterapeuta sono due qualifiche che si ottengono in momenti diversi. Per essere psicologo si deve affrontare un percorso universitario di 5 anni (attualmente diviso in triennale e magistrale) poi effettuale un tirocinio e l’esame di stato che permette l’iscrizione all’albo degli Psicologi sez. A, senza questa iscrizione non si può utilizzare il titolo di Psicologo ma quello di Dottore in Psicologia. Lo Psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo ed ha conseguito il titolo dopo la laurea attraverso una scuola quadriennale in Psicoterapia. Anche la qualifica di psicoterapeuta deve essere indicata presso l’ordine di appartenenza.

D: Dottoressa, al fine di avere un quadro più esaustivo della sua professione, possiamo sapere quando è nata in Lei la passione per la psicologia? Personalmente non credo che sia un “lavoro” come un altro, ma molto di più, quasi una missione e che sia anche piuttosto difficile. Potrebbe raccontarmi, in breve, i motivi che l’hanno portata a diventare una psicologa?

R: Non ricordo esattamente come è nata in me questa passione, ma so che da sempre ho avuto la curiosità e l’interesse per il funzionamento della “mente”, dei comportamenti, delle emozioni. Ricordo che il primo libro che destò il mio interesse e che comprai e divorai con grande curiosità fu “Le armi della Persuasione”  di Robert Cialdini, purtroppo lo prestai e non mi fu restituito. Tenevo molto a quella copia che avevo letto e riletto. Ovviamente l’ho comprato nuovamente, più copie perché, come per la prima volta ho continuato a prestarla, comunque sempre con piacere.

Al termine di questa intervista, che credo sarà di aiuto a molte persone che vorranno magari approfondire qualche aspetto di sé al fine di stare meglio, di recuperare fiducia, ringrazio vivamente la Dottoressa Psicologa Sabrina Capitoni che avremo modo di “riavere ospite” ad Ok Siena prossimamente con articoli specifici in ambito psicologico.

Chiara Lenzini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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