L’evento fa parte della rassegna di installazioni “Il giardino delle muse”, organizzata dal corso di Arte ambientale ed Architettura del paesaggio, con il patrocinio del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, dalla scuola di specializzazione in Beni storico artistici e della Biblioteca di Area Umanistica dell’Università di Siena.
Coordinata da Massimo Bignardi, docente di Storia dell’arte contemporanea, la rassegna propone le esperienze di curatela affidate a studentesse e studenti del corso di laurea magistrale in Storia dell’arte, Ilaria Conte, Martina Franchi, Roberta Giuliani, Alice Ioffrida e Martina Soricaro. “Un modo - spiega Bignardi - per sollecitare l’immaginazione e, al tempo stesso da parte degli studenti, di mettere in gioco le conoscenze acquisite durante il corso di Arte ambientale”.
“L’ opera, accolta oggi nel giardino della biblioteca - scrive Ilaria Conte, la studentessa che ha curato la mostra - apparentemente fredda ed impersonale, cela delle peculiarità che rendono possibile un dialogo silenzioso tra forme, luce e spazio. L’ambiente in cui l’opera è stata installata rende possibile anche la comunicazione tra opera e spettatore, creando una relazione tra gli elementi e un processo di immedesimazione tra l’uomo e la natura. Il giardino, è in questo contesto, un luogo di esperienza ma anche il tramite tra l’opera e lo spettatore che si apre a questo tipo di percezione e comprensione dell’esperienza artistica. L’opera di Pagano, quindi, non gioca sull’emozione esplicita ma, l’impersonalità a cui giunge è un punto di arrivo nel lungo processo di ideazione e creazione. Il coinvolgimento soggettivo dell’artista, è legato infatti, al momento creativo-costruttivo dell’opera d’arte, quando traduce in materia, con le sue mani e con gli strumenti, la sua idea”.
La mostra sarà visitabile liberamente fino al 27 ottobre.
Il dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell'Ateneo partecipa anche al programma cittadino di "Verso_Settimana di Arte e Architettura contemporanea", con alcune iniziative promosse insieme al Comune di Siena e curate dal professor Bignardi e i suoi studenti.
ARTURO PAGANO (Torre del Greco, 1958 ). Si forma presso l’Istituto d’Arte della sua città natale, ed inizia la sua attività espositiva con due personali allestite a Milano, rispettivamente nel 1978 e nel 1979. Nei primi anni Ottanta si trasferisce a Roma, una città che avrà molta influenza sul suo lavoro successivo, poi a Benevento. Nel 1989 è invitato al Premio Termoli; dello stesso anno è la presenza alla rassegna “Vitalità della Scultura” allestita a Milano, a Macerata, al Castello Aragonese di Ischia. Nel 1990 tiene due personali; alla Galleria Dedalos di San Severo ed alla Pinacoteca Comunale di Macerata. Segue la presenza alle mostre “Trame del disegno Italiano Contemporaneo”, presso la galleria Dedalos di San Severo, nel 1997, e “Paesaggi Contaminati”, nelle Ex Carceri di Vitulano, nel 1998. Si registra un cambiamento stilistico nel 1999 con la partecipazione al XXIV Premio Sulmona e a Millenium 2000 Mostra Internazionale di Mail-Art a Pistoia, dove presenta un ciclo di opere dedicato alla tragedia contemporanea dell’Olocausto. Nel 2003 viene inaugurata al Museo del Sannio di Benevento “Itinerario Inverso” e nel 2006 espone i suoi lavori con una personale, “Opere recenti”, tenutasi al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea.
Nel maggio 2009 espone presso l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino in occasione del Premio Strega. Dello stesso anno è la mostra tenutasi nell’ambito della rassegna “Sangalganosquare”, con un’ installazione allestita presso Palazzo di San Galgano, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena.
Nel 2011 è invitato alla mostra “Padiglione italiano – La Campania” promossa nell’ambito della 54a Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia; del 2012 è la mostra “Carte contemporanee: esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”, ospitata al Museo-Frac. Di recente ha tenuto una mostra personale presso il Centro di documentazione d’arte contemporanea “Luigi Di Sarro” di Roma e l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia.