Venerdì 5 e Sabato 6 maggio la compagnia teatrale della Contrada della Selva, “San Desiderio”, è ritornata al Teatro del Costone dopo questi ultimi “disgraziati” anni riproponendo il riadattamento della brillante commedia di Paolo Genovese “Perfetti Sconosciuti” con l’opera dal titolo “La Menzogna”.
La commedia, come nel film, riproponeva gli esilaranti equivoci che i protagonisti attraversano durante una comunissima cena decidendo, per una volta, di rendere “pubblici” i propri telefoni cellulari.
Ed a dire il vero forse i veri protagonisti non sono i commensali bensì il cellulare e le bugie, “la Menzogna” appunto, che si nascondono nelle vite di tutti noi e che vengono in qualche modo conservati proprio in questo comune mezzo che ha stravolto il nostro modo di vivere.
Dal tassista Daniele (Tremori) che regalava orecchini alla mora moglie veterinaria (che invece era bionda) Laura (Francioni), dal biodinamico e farfallone Jacopo (Rugani) che si scopre omosessuale al posto di Beppe (un atletico Marco Rossi) e che sconvolge la vita delle “briosa” moglie Tania (Scopelliti), per finire con la famiglia felice dove l’adolescente alle prime esperienza (Chiara Bigliazzi) è in perenne discussione con la madre Eva (Michela Rossi) che ha una simpatia per l’idraulico invece che, a discapito del nome, per il marito Rocco (Valentino Valentini) che invece perde la sua unica amica, la vicina Benedetta (Mocenni).
Il tutto con le sensuali e profonde voci fuoricampo di Hans e Lucio(Paolo Lorenzini), Marta (Patrizia Cipriani) e Ivano (Roberto Fineschi).
Ma la commedia, simpatica, dinamica e con “contradattori” che hanno trasformato in leggerezza e divertimento quell’ora e mezza di spettacolo è stata forse solo la cornice di quello che in realtà si è respirato in questi due giorni.
Il meticoloso e costante lavoro del regista Luciano Guerrini e del suo “semper fidelis” Massimo Stecchi unito all’impegno che sia i “ragazzi che le ragazze” che hanno recitato ed a chi ha dato fisicamente una mano ha messo in risalto, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto è importante e di quanto abbiamo la necessità di crearci percorsi per lavorare e stare insieme.
In una società dominata oramai dalla tecnologia e dai rapporti in etere infatti queste attività, che poi sono un po’ il principio di esistenza delle Contrade stesse, riescono ad unire nel lavoro persone così eterogenee che altrimenti avrebbero sempre meno possibilità di confrontarsi in una vita che oramai viaggia spedita, forse troppo.
Ed una piccola parte di quello che tecnicamente gli esperti definiscono “tessuto sociale” è quello che noi in questo caso, ma anche tutte le consorelle e le varie associazioni (sempre, non dimentichiamocelo col volontariato) contribuiscono a creare per rendere questa città unica al Mondo, ampliando l’offerta culturale, che è un po’ la linfa necessaria per la nostra crescita e, soprattutto, devolvendo a chi ne ha bisogno i proventi delle attività.