MENS SANA-FERENTINO, UNA PRIMA VOLTA CHE STRIZZA L'OCCHIO AGLI AMARCORD

Inserita il 23-12-2015 - Mens sana

Il ritorno al palasport di Bulleri e l'esordio di Ansaloni riportano alla mente episodi del passato biancoverde. Arbitra Ursi, fischietto di lungo corso

La sfida è inedita, eppure dal passato affiorano, copiosi, gli amarcord. Ferentino non rappresenta in assoluto un nome nuovo per il basket senese, chiedere info a casa-Virtus sull’infuocata semifinale-playoff di B nel 2009, lo è però per ciò che concerne la Mens Sana, mai opposta nella sua storia (non solo quella internazionale) all’ambizioso club della Ciociaria: la partita in programma domenica prossima sarà quindi una “prima volta” e mettendo da parte sia il blasone del passato biancoverde, sia l’attuale classifica del girone Ovest (Ferentino ha appena due punti in più di Siena, ma è destinato a risalire la china dopo un periodo buio che ha portato anche al cambio di guida tecnica), è indiscutibile che sia la squadra di Sandro Ramagli a presentarsi alla palla a due senza i favori del pronostico.

DAL CIUFF DI BULLERI... I tempi sono diversi, non parliamo delle categorie e delle prospettive, ma è inutile girarci troppo intorno, ritrovarsi davanti Massimo Bulleri equivale a riaprire una ferita ancora aperta. La “tripla fantasma” del playmaker cecinese (acquisto di lusso per Ferentino sul mercatino della scorsa estate) è lontana dodici anni dall’attualità, anni luce visto il contesto attuale nel quale la Mens Sana si muove, ma rimane il rammarico per essersi visti sfuggire di mano la finale di Eurolega in quella tarda primavera catalana: Bulleri fece canestro pestando la linea che allora era posta a 6,25, gli arbitri dettero tre punti (anziché due) alla Benetton, la squadra di Ergin Ataman andò sotto 62-63 e finì per perderla la semifinale, che era stata rimessa in piedi da Stefanov e Vukcevic dopo un avvio da incubo (come la prestazione di Mirsad Turkcan, zero punti in 29’). Che da allora Bulleri, contro Siena, abbia praticamente sempre pagato dazio lo dice la storia. Che quel tiro popoli, però, ancora oggi gli incubi dei tifosi biancoverdi, è un’amara verità. Domenica Bulleri torna, con la maglia di Ferentino: Barcellona è distante 1300 km, dal 2003 è passata un'eternità, eppure un pizzico di storia tornerà a farci correre i brividi lungo la schiena.

...AI FERRI DI ANSALONI L'esonero di Federico Fucà ha portato alla promozione del suo vice, Luca Ansaloni, che domenica esordirà proprio al PalaEstra, sulla panca ospite. Serviva una scossa a Ferentino, se e come questo “deb” assoluto riuscirà a darla saranno le prossime settimane a dirlo, fermo restando che in campo vanno sempre i giocatori e mai chi li allena, il quale in compenso è sempre il primo a pagare se le cose non vanno. Ansaloni, dicevamo: la Mens Sana lo ha incontrato diverse volte quando giocava, lui che era un due-tre con una buona scuola alle spalle (usciva dal vivaio delle Vu Nere) ed una discreta mano da fuori, negli anni messa al servizio di Desio, Roma, Arese, Trieste, Cantù ed altre squadre di A1 ed A2. Fra queste anche Ferrara, tappa nell'ottobre del 1992 di una durissima (per mille motivi) trasferta della Mens Sana, affidata in quella stagione a Valerio Bianchini, con Darren Daye a gestirsi fra sprazzi di classe cristallina e momenti di apatia e probabilmente il miglior Vidili ammirato nei suoi sei anni senesi: finisce 78-81 per i nostri, che soffrono maledettamente un colosso d'ebano di nome Marty Embry ma ne vengono fuori sul filo di lana, ringraziando proprio Luca Ansaloni, che quella sera non avrebbe fatto canestro neppure in una vasca e che sul possesso decisivo scaglia per tre volte di fila la palla contro il ferro, permettendo al grande seguito biancoverde di riprendere fiato, oltre a gioire, dopo una furiosa scazzottata verificatasi in tribuna a metà partita. Avrà ancora il dente avvelenato, 23 anni dopo, il nuovo coach di Ferentino?

IL RITORNO DI URSI C'è un déjà-vu anche con le divise grigie, quelle degli arbitri. Il designatore ha scelto, per Siena-Ferentino, la direzione dei signori Pazzaglia, Patti e, soprattutto, quella di Stefano Ursi, uno dei fischietti più longevi nel panorama italiano: nato a Livorno 44 anni fa, da famiglia marcatamente “libertassina” (se gli chiedete di ricordare Enichem-Philips, e il canestro annullato a Forti, vi risponderà che quella partita non si è mai giocata), esordiva in serie A1 a...fine Novecento e il 5 novembre del 2000 era in viale Sclavo, arbitrando Mens Sana-Montecatini assieme al già affermato Pasetto (non si era ancora approdati alla direzione a tre) e gustandosi lo show di “Superboris” Gorenc da una parte e Maceo Baston dall'altra, in una gara finita 84-75 per i nostri. Passato alla storia per aver fischiato la famosa finale fra Milano e Fortitudo, quella in cui Paternicò riuscì (una tantum) a togliere il palcoscenico a Lamonica prendendosi la responsabilità di assegnare lo scudetto ai felsinei dopo aver visionato, a lungo, il canestro di Ruben Douglas all'instant replay, Ursi non si vede da queste parti dal maggio del 2010, fine regular season: tutto tranquillo per lui, quella sera, data la differenza di 23 punti (82-59) emersa fra la Mens Sana e Cantù, con Lavrinovic dominante e l'odore dello scudetto numero cinque già forte, sotto le volte del palasport. Appuntamento a domenica per vedere se sarà possibile portarsi avanti con questa buona tradizione.

Matteo Tasso

Nella foto: Luca Ansaloni in maglia ferrarese durante il match dell'ottobre 1992 contro la Mens Sana. Sullo sfondo gli striscioni del tifo biancoverde al seguito 

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