Inserita il 24-04-2017 - Robur
Robur – Viterbese 3-2: è stata una partita “strana”, a tratti inguardabile per le giocate di infimo livello, a tratti trascinante, diretta discretamente da Di Gioia di Nola, nonostante un assistente molto, ma molto, distratto in troppe occasioni. L’arbitro nolano, gran bel fisico (ma i piccoletto vengono scartati alla loro iscrizione ai molti corsi effettuati dall’Aia?), bella falcata, buono stile, non sempre ci ha convinti ma non ha commesso errori gravi. Chi invece ha rischiato di condizionare il risultato di una sfida importantissima per entrambe le squadre, è stato l’assistente n.° 1 Sartori di Padova (goffo anche nei movimenti), molto distratto anche in situazioni molto chiare a partire dal minuto 31’pt quando non ha segnalato una evidentissima posizione irregolare di ben due giocatori viterbesi. Il capolavoro, ahinoi, lo ha fatto al 33’pt quando non ha segnalato il fuorigioco dell’ariete ospite Jefferson che ha potuto pareggiare in tutta tranquillità. La prima frazione di gioco è stata molto tranquilla, semplice da governare per l’arbitro campano che ha lasciato giocare, ha applicato qualche buon vantaggio, ha richiamato il giusto chi perdeva del tempo o protestava troppo. Quando, proprio all’inizio della ripresa gli ospiti si sono portati in vantaggio, il ritmo e i contatti irregolari sono aumentati, è aumentato il “lavoro” per il fischietto emulo di Russo che arbitra in A, che è dovuto intervenire più spesso anche con l’aiuto del cartellino giallo. Il primo è scattato per l’ex Celiento all’8’ per un contatto ruvido a centro campo, poi per Miceli al 21’ per contatto duro sul vulcanico Marotta ed infine sul trascinatore dei bianconeri e capitano della Robur, reo di essersi tolto la maglietta in occasione della terza rete, quella della vittoria importantissima, ma ne valeva proprio la pena. Concludendo, una prova soddisfacente dell’arbitro nolano, non sempre preciso ma le sue decisioni non hanno assolutamente inciso sul risultato e questo non è poco in una partita molto importante come questa.
Claudio Agnelli