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BLOCK NOTES: LA CHIGIANA, MOLTO PIÙ DI UN'ACCADEMIA

News inserita il 22-01-2015

I fondi necessari e un progetto originale per ritrovare quella fucina di artisti che è stata per diversi decenni.

Non sono propriamente un melomane ma da tempo, avevo in testa di scrivere qualcosa, su questo Block notes, riguardo alla Chigiana, al suo glorioso e forse irripetibile passato, soffermandomi un attimo sul suo non entusiasmante presente, e su di un futuro per ora indecifrabile, avvolto com'è fra le nebbie della crisi che attanaglia la Banca e che, di pari passo, non lascia ampi margini di manovra alla Fondazione che la Chigiana amministra.

Il là al mio pezzo lo da un bellissimo articolo apparso sulla cronaca fiorentina di Repubblica, martedì 20 gennaio, e intitolato "La classe dei geni".

Chiedo scusa a Gregorio Moppi, l'estensore della pagina fiorentina, se sono andato a rubacchiare qua e là dal suo articolo, ma la tentazione era troppo forte.

Il Moppi ci ricorda che il 26 agosto del lontano 1956 (...io c'ero già) al Teatro dei Rinnovati, nel giro di un paio di ore si esibirono, nei saggi di chiusura del corso estivo di direzione d'orchestra tenuto da Carlo Zecchi, tre artisti, tre geni, che avrebbero segnato la storia dell'interpretazione, nel mondo, per tutto il novecento e fino ai giorni nostri.

Claudio Abbado, Zubin Mehta e David Barenboim furono chiamati sul podio a dirigere l'orchestra dei Maestri dell'Accademia Chigiana.

In un concerto in sol maggiore per violino di Mozart, strabiliò, poi, il pubblico il non ancora quindicenne Salvatore Accardo.
Era il concerto del secolo... ma nessuno allora poteva immaginarselo, nemmeno il Conte Guido Chigi Saracini, l'immenso Mecenate senese, né chi era sul palco e i numerosi spettatori che avevano sborsato da duecento a mille lire per un posto in teatro.

Lo so la vita della Chigiana non è stata sempre così gloriosa. Ricordo quanto scrisse Daniele Spini in un libro del 1999, edito da Betti, nel quale si documentavano venti anni, i settanta e gli ottanta, dell'Accademia, seguendo l'archivio fotografico di Galliano Passerini.

Dopo i fasti degli inizi si avvertono, a fine degli anni cinquanta, le prime difficoltà finanziarie. L'Accademia comincia a ricevere alcune sovvenzioni statali, mai troppo ricche; nel 1958 nasce la Fondazione Chigiana alla quale concorrono il patrimonio del Chigi e il Monte dei Paschi, Dal 1960 la Chigiana è costituita in ente morale.

Con la storia la finiamo qui. Nessuno, io per primo, si illude di ripercorrere le orme di quella scuola che raccoglieva i migliori musicisti Italiani, ma anche grandissimi artisti da tutte le parti del mondo.

Mi basta che l'Accademia viva...non vivacchi...ritorni ad essere un centro culturale musicale di attrazione per i "geni" di casa nostra. Che i concerti in Chigiana siano di alto livello, se non altissimo, e che la splendida tradizione della scuola estiva sia riproposta con nuovo slancio e con maestri prestigiosi. Sono sicuro che disponendo di fondi non esigui - la Fondazione è chiamata a trovare i fondi necessari, insieme al Comune che non può certo chiamarsi fuori - e mettendo mano con entusiasmo ad un progetto originale l'Accademia potrebbe tornare ad essere quella fucina di artisti che è stata per diversi decenni.

C'è stato un periodo che dalle finestre aperte, nelle serene mattine estive e nelle dolci notti senesi le note di un violino, di un flauto, di un pianoforte, di un violoncello e i gorgheggi di un soprano facevano da colonna sonora alla vita della nostra città.

Vorrei tornare a quella atmosfera a quei giorni...mi accontento di bravi allievi e di buoni maestri, anche se per una volta abbiamo avuto la..."Classe dei geni".

Roberto Morrocchi

 

 
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