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ANDREA CHELLI, UN LAMPO LUMINOSO NEL FIRMAMENTO DEL PALIO

News inserita il 21-01-2014

 
La vita e la carriera paliesca di Mistero. Una storia per nulla banale finita in maniera tragica.

 

Un lampo luminoso questo è stato Andrea Chelli detto "Mistero" nel firmamento del Palio, una storia per nulla banale finita in maniera tragica.

Il Palio nel sangue e nella mente di Andrea fece capolino nelle lunghe giornate trascorse all’ippodromo grossetano del Casalone grazie ad un interlocutore d’eccezione: il vecchio e blasonato Primo Arzilli detto "Trecciolo", cinque vittorie e tante battaglie in piazza.

Tanto talento, buoni appoggi ed Andrea debutta in piazza nella prima batteria del luglio 1991 su Nicoleo.

Arriva la vittoria ed i primi giudizi lusinghieri sul fantino e sul cavallo che toccato alla Civetta disputerà un Palio eccellente con Gigi Bruschelli.

L’ottima prestazione frutta ad Andrea il debutto con un giubbetto di una contrada: per la prima prova dell’agosto 1991 l’Oca gli affida il forte Figaro.

L’amicizia con Trecciolino, all’epoca poco più che un giovane promettente con già qualche delusione alle spalle, la possibilità di allenare buoni cavalli permette ad Andrea Chelli di mettersi ancora in mostra e nell’agosto 1992 corre la prima prova nell’Onda su Pinturetta.

Il talento di Andrea è ormai chiaro a tutti e nell’anno successivo Mario Toti, capitano del Drago fresco di vittoria, decide di andare al Palio con il giovane grossetano.

La seconda ghiandina assegna al Drago una purosangue baia di sei anni dal nome tristemente profetico: Way to Sky.

Si arriva al Palio ed Andrea Chelli diventa per tutti Mistero, per via del suo carattere riservato ed in chiave scaramantica ricordando il titolo della canzone di Enrico Ruggeri vittoriosa a Sanremo in quell’anno.

Il Palio è drammatico sin dalle prime battute, con sette barberi debuttanti la mossa è lunga e caotica.

Con l’incombere del buio la rincorsa entra ma per Mistero il Palio finisce dopo poche falcate: Way to Sky stramazza sul tufo tragico prologo della drammatica carambola che al primo San Martino mieterà vittime e speranze di vittoria.

Nonostante l’incidente Mistero continua a trovare la fiducia del Drago e Mario Toti conferma il ventenne di Grosseto anche per il Palio di agosto.

Nel Drago arriva Vittorio un altro debuttante purosangue ma stavolta, già dall’uscita di piazza, si capisce che le speranze di vittoria sono concrete.

Tra l’altro Mistero ben conosce pregi e difetti di Vittorio per averlo preparato tutto l’anno insieme a Gigi Bruschelli.

Le prove sono incoraggianti, le voci di uno scambio con Trecciolino nella Civetta vengono subito smentite ed Andrea arriva al canape con grande fiducia anche se il Palio sembra obiettivamente destinato ad altri.

Dopo due mosse invalidate, con Zucchero impegnato a dispensare morsi a chiunque gli si avvicini, inizia una carriera altamente spettacolare con Mistero che parte in ritardo rispetto al gruppo di testa.

E’ un Palio all’antica con Trecciolino a giostrare di nerbo prima su Bastiano nel Leocorno e poi sul Bufera nella Tartuca, le cadute si susseguono ed in grande progressione Mistero recupera metri e speranze.

Con una traiettoria esterna il Drago passa in testa all’inizio del terzo giro, per Mistero pare fatta ma uno sciagurato ultimo San Martino sembra rimettere tutto in gioco.

Vittorio prosegue la sua corsa da scosso, dietro solo Massimino e Trecciolino restano a cavallo, Etrusco nella Tartuca insegue generosamente ma il Palio finisce in Camporegio per la quarta volta in soli sette anni.

I giornali definiranno questo Palio, dopo l’ecatombe di luglio, la "rivincita dei cavalli", per Mistero, tuttavia, è una vittoria non gustata fino in fondo per la banale caduta all’ultimo San Martino.

Per tutto il Drago, Mario Toti in testa, i meriti del fantino grossetano sono comunque innegabili ed a Mistero vengono tributati tutti gli onori.

Ormai il sogno è realtà e dopo solo due partecipazioni, finite oltre tutto con due cadute, Andrea Chelli è già tra i fantini più ambiti del 1994.

Il Drago non corre e sin dalla prima prova Mistero si accasa nella Selva dove è arrivato il grigio Zucchero che, pur saltando due prove, è nella ristretta rosa dei favoriti.

Durante una mossa estenuante, durata quasi quaranta minuti, Mistero perde lucidità e parte molto male, costretto ad una disperata corsa di recupero cade al secondo San Martino.

Le conseguenze sono drammatiche: la gamba destra maciullata, i soccorsi in ritardo, per Andrea è la fine della carriera e l’inizio di un lungo e doloroso calvario durato quattro anni.

In meno di un anno il destino, attraverso due cadute dagli esiti opposti, cancellano dalla scena il giovane e promettente fantino.

Negli anni seguenti Andrea tornerà in piazza, anche con la speranza di ricorrere il Palio.

Il rientro nella quarta batteria del luglio 1998 è fortemente simbolico e toccante in quanto avvenuto in groppa al "suo" amato Vittorio che poi andrà a vincere alla grande quella carriera.

Poi le ultime soddisfazioni di vestire il giubbetto di una contrada in una prova nell’agosto 2005 nel Montone e due anni dopo nell’Oca.

Una triste parabola incredibilmente simile a quello di un altro fantino Marino Lupi detto "Veleno": anche lui tre partecipazioni in piazza, anche lui una vittoria con lo scossso alla seconda presenza, anche lui un grave infortunio ed anche lui una morte prematura.

Ciao Andrea …

Roberto Filiani

 

 
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