Gli operai dello stabilimento di Viale Toselli, nel corteo contro la manovra del governo, portano avanti la loro battaglia contro il rischio di chiusura del sito senese. Le parole dei sindacati Cgil e Uilm
Oggi i lavoratori della Beko di Siena hanno partecipato in massa alla manifestazione regionale contro la manovra del governo, portando al centro dell’attenzione la drammatica situazione dello stabilimento di Viale Toselli. La fabbrica, che dà lavoro a 299 persone, rischia la chiusura definitiva entro la fine del 2025, lasciando senza occupazione centinaia di famiglie.
Accompagnati dai rappresentanti sindacali di Fiom Cgil e Uilm Siena, gli operai hanno sfilato per le strade del capoluogo toscano con striscioni e slogan, gridando a gran voce "Vogliamo lavorare". L’obiettivo è chiaro: sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla delicata vertenza, chiedendo risposte concrete per salvaguardare i posti di lavoro e il futuro del sito produttivo.
La protesta odierna rappresenta un ulteriore tassello nella battaglia portata avanti dai lavoratori Beko, che non intendono arrendersi di fronte alla prospettiva di un licenziamento collettivo.
"Un momento cruciale di lotta"
Martini, segretario Uilm, ha sottolineato l'importanza della presenza dei lavoratori di Siena in prima fila nella manifestazione: "Oggi facciamo sentire la nostra voce per la vertenza di Beko, un simbolo di lotta contro un piano di deindustrializzazione che non accettiamo. Saremo presenti anche dal palco per ribadire i problemi che sta vivendo Siena. Questa non è solo una vertenza regionale, ma nazionale: la nostra mobilitazione continuerà."
Le accuse alle multinazionali e la richiesta di norme più stringenti
Secondo Miniero della Cgil, la vicenda Beko rappresenta l'ennesima dimostrazione della vulnerabilità dei lavoratori italiani di fronte alle logiche delle multinazionali: "È inaccettabile che 299 lavoratori possano essere licenziati con una decisione presa su un tavolo ministeriale. È una vergogna per un paese civile. Il governo deve agire con politiche industriali forti e norme efficaci contro le delocalizzazioni. Non possiamo più tollerare tutto questo."
Un allarme per l'intero territorio
D'Ercole, Cgil, ha messo in evidenza il peso devastante delle scelte industriali delle multinazionali, che colpiscono gravemente l'occupazione locale: "In una settimana sono stati bruciati 600 posti di lavoro: 300 alla Beko e 270 alla GSK. Le multinazionali arrivano, capitalizzano e lasciano solo macerie sulle spalle dei lavoratori. Noi non ci arrenderemo e continueremo la mobilitazione fino a ottenere risposte concrete."
L.C.
Gli scatti fotografici (foto)
Lavoratori Beko Siena in corteo alla manifestazione a Firenze (video)
Martini (Uilm) (video)
Miniero Fiom Cgil (video)
D'Ercole (Fiom Cgil) (video)
Vincenzo Renda (Uilm) (video)
Borgogni (Fiom Cgil) Rsu (video)