VITTIME DEL SEX EXTORTION CON LA WEBCAM IN VALDELSA, DUE DENUNCIATI

News inserita il 31-01-2023 - Cronaca Siena

Articolata indagine dei Carabinieri della Compagnia di Poggibonsi

carabinieri

Il fenomeno del sex extortion (estorsione a sfondo sessuale) riguarda ormai migliaia di utenti del web che si sono imbattuti in richieste di amicizia provenienti da presunte giovani e belle ragazze che al termine di conversazioni su video-chat via via più intime hanno richiesto il pagamento di somme di denaro con la minaccia di pubblicare i filmati sui profili social personali, di familiari o di amici delle vittime.

È quello che è accaduto ad alcuni cittadini valdelsani che, ripresi in atteggiamento intimo con la loro stessa webcam, si sono visti recapitare un messaggio minatorio con scritto “inviami 500 euro sulla carta prepagata che ti verrà indicata oppure il video verrà distribuito a tutti i tuoi contatti social”.

Il messaggio solitamente raggela le vittime che, per evitare la diffusione delle immagini, finiscono per pagare, convinte così di porre fine alla disavventura e di fermare definitivamente gli autori del reato. Invece no: spesso le vittime finiscono in una spirale ossessionante di richieste estorsive cui si può porre fine soltanto attraverso la denuncia alle forze di polizia.

Sul fenomeno hanno svolto una articolata indagine anche i Carabinieri della Compagnia di Poggibonsi che, dopo la raccolta delle denunce di alcune vittime residenti nella valdelsa senese, sono riusciti ad identificare i presunti autori delle estorsioni a sfondo sessuale: si tratta di due 25enni, entrambi stranieri, che dalla provincia di Milano operavano i ricatti in danno degli ignari “utenti”. I militari dell’Arma li hanno denunciati in stato di libertà per concorso in estorsione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.   

Nel caso in cui si sia rimasti vittime del reato di sex extortion, il consiglio è di:

- non pagare la somma richiesta. Dopo il primo pagamento, infatti, seguono richieste, via via più esose;

- bloccare subito il contatto, sia sulla piattaforma social che sulla videochat;

- inoltrare, immediatamente, richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video è stato postato;

- sporgere denuncia alle forze di polizia.

Per prevenire, invece, si consiglia di:

 - non concedere “amicizia” sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale. Concedere la propria amicizia sulla piattaforma significa, infatti, ammettere una persona estranea in uno spazio riservato e privilegiato, concedendole un enorme ed immotivato vantaggio qualora si tratti di un malintenzionato;

- non scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, concedere di entrare, attraverso la webcam, nella propria casa e nella propria privacy;

- configurare le proprie pagine social in modo tale da renderle "invisibili" agli sconosciuti.

È doveroso rilevare che gli indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale di presunzione di innocenza.

 

 

 

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