VIDEOFRAMMENTI BIANCOVERDI: 1998, “RE GERARD” FA SOGNARE LA MENS SANA

News inserita il 26-05-2020 - Mens sana Basket - Rubrica Videoframmenti Biancoverdi

Rivediamo le prodezze di King (ma anche di Londero e Reynolds) nella grande vittoria sulla Benetton Treviso

Quindici marzo 1998, la Mens Sana sogna un posto tra le grandi. È il momento più alto dell’intera stagione, la vittoria sulla Benetton Treviso che a Siena arriva con lo scudetto cucito sulle maglie: lo è per questioni numeriche, perché con quei due punti i biancoverdi vedono molto da vicino l’ingresso fra le prime quattro squadre della massima serie (nulla se il termine di paragone è l’era-Montepaschi, una pietra miliare se invece si considera che il quinto posto ottenuto nel lontanissimo 1975 sarà migliorato a livello societario soltanto nel 2003), ma pure per la qualità del basket che la squadra senese produce in quella domenica di fine inverno, che oggi riproponiamo in sintesi con le immagini e la telecronaca dell’epoca.
L’annata inizia recidendo il cordone ombelicale che dal 1993 legava il club a Cesare Pancotto. Al suo posto arriva Phil Melillo (del cui staff fa parte un giovanissimo Pierfrancesco Binella, oggi head coach di viale Sclavo), reduce da una promozione in A1 a Forlì e da una Supercoppa vinta con Verona, ma di volti nuovi ce ne sono molti pure sul parquet: difficile tenerne il conto, perché in corso d’opera succede un po’ di tutto (dalla fuga negli States di Jamie Watson al mai troppo sviscerato controllo che blocca Tito Horford all’aeroporto di Belgrado dopo la sconfitta in Coppa Korac, in mezzo c’è anche la sceneggiata dell’oriundo Matt Alosa: gli saltano i nervi a fine partita contro gli spagnoli del Leon, l’ennesima trascorsa seduto in panca, ed esce dallo spogliatoio mettendosi a tirare a canestro per far vedere che sì, esiste anche lui…in quello spogliatoio ovviamente non farà più ritorno), ma due di loro sono grandi protagonisti di questa partita.

Lo strappo che porta la Fontanafredda a staccarsi dalla Benetton, dopo un primo tempo equilibrato, lo producono infatti David Londero e Jerry Reynolds: giocatori e persone agli antipodi (il primo è il classico bravo ragazzo che ci mette l’anima, cui il dilagare nel campionato italiano di modesti playmaker multi-passaportati ruberà una meritata carriera di alto livello, quanto all’altro per descriverne fatti e misfatti, non solo cestistici, un libro intero non sarebbe sufficiente), accendono la Mens Sana con recuperi e contropiede che mandano in visibilio il pubblico del palasport e su tutte le furie, tanto per cambiare, il grande Zelimir Obradovic, che di Treviso è il coach.
Del roster senese, quella sera, fanno parte anche Gattoni, Spangaro, Cessel e Savio (oltre a un giovanissimo Giacomo Bonelli), ma Melillo la partita la vince con 5 giocatori 5. Londero e Reynolds segnano 16 punti a testa, Larry Middleton ne aggiunge 15, 11 arrivano da un Dell’Agnello come sempre “chirurgico” e poi c’è la grande serata di Gerard King. Scrive 34 nella casellina della valutazione, il lungo nativo di New Orleans, che ai due anni trascorsi nella Mens Sana deve il trampolino di lancio per l’approdo fra i Pro e la conquista, seppur da attore non protagonista, del titolo Nba 1999 con i San Antonio Spurs: contro il già affermato Rebraca ed un giovane Marconato (la Benetton sotto canestro ha pure Stefano Rusconi, che però quella partita non la gioca per infortunio), King segna 19 punti con 7 su 7 dal campo e tira giù 11 rimbalzi. Punteggio finale sui vecchi tabelloni elettronici del palasport, Fontanafredda 77 Benetton 64.
E il quarto posto in classifica? Rimane un sogno, perché la Mens Sana poi si smarrisce e perde le ultime tre partite di regular season (a Pistoia finisce in rissa sugli spalti, ma pure dentro il campo: King fa a pugni col pivot di casa Godfread e Reynolds perde il controllo, prima rilanciando in tribuna una mazza di tamburo che dalla curva biancoblu gli è piovuta addosso e poi facendo da capro espiatorio, ma le prove non ci sono, per il danneggiamento di un’auto parcheggiata fuori dagli spogliatoi, ammaccata da un estintore sradicato nel corridoio attiguo agli spogliatoi), entrando ai playoff come settima classificata. La Fontanafredda eliminerà poi Cantù, ma uscirà di scena nei quarti di finale per mano della Fortitudo Bologna.
Matteo Tasso

 

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