VERTENZA TELCO, PRESIDIO A FIRENZE SOTTO SEDE FIBERCOP

News inserita il 15-05-2025 - Attualità Siena

Slc Cgil: "Servono risposte immediate"

Protesta dei lavoratori Telco: "Senza stipendio e senza futuro, il Governo intervenga"

Si è tenuta questa mattina a Firenze una manifestazione di protesta davanti alla sede di Fibercop in viuzzo dei Bruni. A scendere in piazza sono stati i lavoratori della Telco, azienda toscana che si occupa di riparazione e sviluppo della rete telefonica, supportati dal sindacato Slc Cgil Toscana. Telco conta circa 400 dipendenti tra Campi Bisenzio, Siena, Arezzo, Vicopisano e Grosseto. Alla protesta hanno aderito anche alcuni dipendenti Fibercop, in segno di solidarietà.

I motivi della mobilitazione? Il mancato pagamento di alcune spettanze, l’incertezza sul futuro dell’azienda e il silenzio – giudicato inaccettabile – da parte di Fibercop, principale committente di Telco, e del Governo, coinvolto indirettamente attraverso Cassa Depositi e Prestiti.

I lavoratori denunciano di essere stati lasciati soli, senza strumenti né prospettive: da marzo sono in cassa integrazione a zero ore, concessa solo grazie alla pressione sindacale. Una situazione definita "emergenza sociale e occupazionale" che peggiora ogni giorno.

“Telco è in crisi da mesi, ma Fibercop resta ferma”, ha detto Samuele Falossi di Slc Cgil Toscana. “Chiediamo che le commesse ferme vengano affidate ad altre aziende locali, portando con sé i lavoratori oggi inattivi. È una soluzione concreta e a costo zero, utile anche per migliorare la qualità del servizio”.

Il sindacato segnala anche ricadute dirette per i cittadini. Nella provincia di Pisa, ad esempio, oltre 200 guasti ai cavi telefonici sono irrisolti da mesi, lasciando migliaia di persone senza linea o con connessioni instabili. “In un Paese che dice di voler puntare sul digitale, è una situazione inaccettabile”.

Falossi ha chiesto un intervento immediato anche al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con cui è previsto un incontro il 19 maggio. “Non è solo una questione di lavoro. Si tratta di un nodo strategico per il futuro delle infrastrutture del Paese. Il governo non può voltarsi dall’altra parte”.

 

 

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