UNIVERSITARI DI MEDICINA IN PROTESTA: A SIENA PRESIDIO AL PLESSO MATTIOLI

News inserita il 03-09-2020 - Attualità Siena

I militanti rivendicano il diritto ad un’istruzione pubblica e gratuita, esterna a principi e politiche borghesi, antipopolari

 

Oggi 3 Settembre alle ore 8:30, i militanti del Fronte della Gioventù Comunista di Siena, così come in tutta Italia, si sono riuniti nel rispetto delle norme igieniche e di distanziamento sociale in un presidio al Plesso Mattioli in occasione dell’inizio dei test d’ingresso di medicina al fine di mettere in discussione il numero chiuso per le facoltà di Medicine e Professioni sanitarie, il quale, anche nel contesto di una crisi pandemica della portata del Covid-19 che ha messo allo scoperto in modo del tutto evidente i limiti e le insufficienze del Sistema Sanitario Nazionale nel garantire il diritto alla salute delle masse popolari, non è stato del tutto contestato.
Il picco pandemico registrato tra i mesi di marzo e aprile ha mostrato in modo drammatico e chiaro i limiti molto ristretti del SSN. il disastro della gestione regionalizzata, dell’aziendalizzazione della gestione sanitaria locale, la mancanza di posti letto normali ed in terapia intensiva, la ristrettezza degli spazi negli ospedali che ha ritardato la separazione netta tra percorso dei pazienti covid e dei pazienti con altre patologie rendendo alcuni istituti sanitari veri e propri hub di diffusione del virus nelle prime settimane dell’emergenza, il disastro dell’assistenza sanitaria agli anziani sono temi ormai noti.
I manifestanti del Fronte della Gioventù Comunista sottolineano l’inutilità della sanità privata nella gestione dell’emergenza, il fallimento dei servizi d’emergenza privatizzati e in perenne carenza d’organico, che non erano sufficienti in alcun modo per far fronte alle richieste di intervento la mancanza generale di organico tra medici ed infermieri, che sono in numero insufficiente ad affrontare crisi come quella che stiamo vivendo, che sono stati quindi costretti a turni estenuanti, a lavorare per giorni senza sosta. Questa carenza di organico e il conseguente super-sfruttamento dei lavoratori della sanità ha contribuito ad una loro esposizione al contagio, insieme alla inaudita mancanza di fondi, causata dai continui tagli alla sanità, che non ha garantito i dispositivi di protezione individuale. In generale la crisi pandemica ha mostrato in modo evidente che il capitalismo non è in grado di rispondere ai bisogni fondamentali delle masse popolari. Questo è stato particolarmente evidente proprio nella gestione sanitaria dell’emergenza, che ha mostrato in modo chiaro ed indelebile l’incapacità di questo sistema di garantire universalmente il diritto alla salute. Il numero chiuso non fa altro che indebolire il SSN inginocchiato da tagli annui sempre più rilevanti, rappresenta solamente un’esigenza di mercato, cioè quella di tagliare i fondi destinati alla sanità e privare il Sistema Sanitario Nazionale del suo ruolo universalistico con il quale venne concepito nel 1978 nel seno di quelle lotte operaie che avrebbero portato in Italia le ultime grandi conquiste del movimento dei lavoratori. 
I militanti rivendicano il diritto ad un’istruzione pubblica e gratuita, esterna a principi e politiche borghesi, antipopolari.

 

 

 

 

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