Ecco i cardinali più accreditati per guidare il futuro del cattolicesimo tra continuità, riforma e nuove sfide globali
Dopo la morte di Papa Francesco, si apre ufficialmente la stagione del Conclave. Tra diplomazia, pastoralità e geopolitica, ecco i nomi più discussi tra i cardinali elettori.
Gli italiani in corsa: esperienza e radicamento ecclesiale
Pietro Parolin, il regista della diplomazia vaticana
Conosciuto come l’uomo forte della Segreteria di Stato, il cardinale Pietro Parolin è tra i candidati più accreditati. Nato nel 1955 a Schiavon (Vicenza), Parolin rappresenta l’ala della continuità. Già "numero due" del Vaticano fin dall’inizio del pontificato di Francesco, è stato artefice di delicate mediazioni internazionali – su tutte, lo storico accordo con la Cina del 2018. Durante i ricoveri di Papa Bergoglio, ha di fatto gestito la macchina vaticana, consolidando la sua immagine di leader sobrio, competente e pragmatico. Forte del consenso trasversale tra le varie anime del Collegio cardinalizio, potrebbe essere l’uomo giusto per garantire stabilità.
Matteo Zuppi, il pastore dal volto umano
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, è l’espressione più chiara dell’eredità pastorale di Francesco. Conosciuto per il suo impegno tra i poveri e per la sua capacità di dialogo sociale, Zuppi si è distinto anche sulla scena internazionale come inviato per la pace in Ucraina. Rappresenta una figura di grande sensibilità umana e spirituale, capace di parlare tanto ai margini quanto ai poteri. La sua elezione confermerebbe la direzione di una “Chiesa in uscita”.
Pierbattista Pizzaballa, la voce della Terra Santa
Originario della bergamasca, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, oggi patriarca latino di Gerusalemme, ha costruito la sua credibilità nella complessa realtà del Medio Oriente. Esperto conoscitore della Terra Santa e delle dinamiche interreligiose, la sua candidatura metterebbe al centro le Chiese perseguitate e la diplomazia nelle aree di conflitto. Un profilo di frontiera, che richiama l’attenzione sulla dimensione globale e spesso dimenticata della Chiesa cattolica.
I papabili internazionali: verso un Papa del Sud globale?
Luis Antonio Tagle, l’opzione asiatica
Ex arcivescovo di Manila e oggi prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Luis Antonio Tagle potrebbe diventare il primo Pontefice asiatico della storia. Stimato per la sua capacità comunicativa e per il suo stile umile, Tagle rappresenta un ponte tra la tradizione e la vitalità delle Chiese del Sud del mondo. La sua elezione segnerebbe un deciso spostamento del baricentro ecclesiale verso l’Asia, regione in cui il cattolicesimo continua a crescere.
Peter Turkson, il volto dell’Africa cattolica
Ghanese, classe 1948, il cardinale Peter Turkson è stato a lungo al centro dell’impegno vaticano su giustizia sociale e ambiente. Figura moderata ma carismatica, ha ricoperto incarichi di rilievo anche durante il pontificato di Francesco. Se venisse eletto, sarebbe il primo Papa africano dell’era moderna – un segnale potente verso un continente in piena espansione religiosa. Più conciliatore rispetto ad altri candidati africani, come Sarah o Arinze, Turkson appare oggi come il candidato “globale” per eccellenza.
Altri candidati dall’Europa: nuove geografie della fede
Tra i non italiani, l’ungherese Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, si distingue per equilibrio dottrinale e profilo accademico. In Francia, l’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline guadagna consensi per il suo impegno sul dialogo interreligioso nel contesto mediterraneo.
Non passa inosservata nemmeno la figura del cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio. Polacco, instancabile nella carità, è stato uno degli uomini di fiducia di Francesco. Meno esperto nella gestione della Curia, ma icona di una Chiesa al servizio.
Un Conclave aperto a ogni sorpresa
Come accadde nel 1978 con l’elezione di Karol Wojtyła, anche questa volta non si esclude l’ascesa di un nome poco atteso. Le dinamiche del Conclave restano fluide: tra correnti interne, alleanze temporanee e riflessioni spirituali, sarà lo Spirito Santo – come da tradizione – a guidare i cardinali verso il nuovo successore di Pietro.
Christian Carapelli