L'azienda respinge le accuse di condotta antisindacale, chiarisce le dinamiche e ribadisce il rispetto delle normative e il proprio impegno verso il dialogo con le organizzazioni sindacali
Stosa Cucine smentisce con fermezza le accuse sindacali (Cgil), chiarendo di aver sempre agito nel rispetto delle regole e in spirito di collaborazione. L’assemblea sindacale del 6 giugno si è regolarmente svolta, senza ostacoli da parte dell’azienda. La scarsa partecipazione non è riconducibile a comportamenti aziendali. Sulla nomina della RSA, Stosa evidenzia una diversa interpretazione del CCNL, che non prevede tale figura, ma fa riferimento alle RSU. L’azienda si riserva di richiedere un parere alle organizzazioni nazionali competenti, ribadendo che ogni azione intrapresa è stata coerente con la normativa vigente. Respinge quindi ogni accusa di condotta antisindacale, riaffermando la propria disponibilità al dialogo e la massima attenzione nei confronti dei lavoratori, nella convinzione che solo la collaborazione reciproca possa portare benefici concreti all’ambiente aziendale.
Il comunicato di Stosa cucine in risposta alla pubblicazione della CGIL: "In merito a quanto recentemente diffuso, contestando integralmente le false notizie di matrice sindacale, Stosa intende fare chiarezza sia sugli avvenimenti correlati all’assemblea sindacale, tenutasi regolarmente il giorno venerdì 6 giugno, che in merito alla richiesta di nomina di una RSA. Per quanto riguarda l’assemblea, inizialmente la richiesta era stata rifiutata in quanto si faceva espresso riferimento ad un ipotetico "accordo telefonico" che non è mai esistito, oltre al fatto che in quella giornata erano già stati organizzati vari eventi e/o incontri in azienda, per cui Stosa non era in grado di garantire un adeguato svolgimento di tutto se si fosse aggiunta anche l'assemblea sindacale.
Ciò premesso, in seguito a precisi ed effettivi contatti telefonici intercorsi con l'Organizzazione Sindacale, si è giunti a un’intesa di massima, recependo che era volontà della stessa OO.SS., peraltro confermata dalle materie all'ordine del giorno, organizzare l'assemblea prima dei giorni di votazione del recente referendum. In tal senso, proprio nell'interesse della stessa OO.SS. al fine di favorire la partecipazione dei propri dipendenti, l’azienda aveva suggerito un orario di cambio turno, per cui avrebbe organizzato l'assemblea il giorno venerdì 6 giugno alle ore 15:00.
Tuttavia, la CGIL ha fortemente criticato tale orario ritenendo essenziale l'orario inizialmente indicato delle ore 14:00, per cui, accettando la richiesta sindacale in un’ottica di sana collaborazione, l'assemblea in questione è stata organizzata per il giorno venerdì 6 giugno alle ore 14:00 mentre il luogo dell’incontro è rimasto il medesimo di una assemblea precedente, come richiesto dalla stessa OO.SS. La predetta assemblea si è regolarmente tenuta, con la presenza di circa 10 lavoratori. A tale proposito, tuttavia, intendiamo precisare e sottolineare con assoluta fermezza che Stosa non ha mai posto in essere, direttamente e/o indirettamente, alcuna azione interna volta ad ostacolare lo svolgimento dell’assemblea e/o a ridurre il numero dei partecipanti. Infatti i lavoratori di Stosa sono e restano assolutamente liberi di partecipare e di esprimere le proprie opinioni.
La scarsa partecipazione all’incontro pertanto, non può in alcun modo essere attribuita a comportamenti o decisioni aziendali. Per quanto riguarda invece la nomina della RSA, è importante sottolineare che non vi è stato alcun disconoscimento strumentale di tale figura nominata dalla medesima Organizzazione Sindacale, ma unicamente una diversa interpretazione della disciplina contenuta nel CCNL adottato dall’azienda e sottoscritto dalle relative Organizzazioni Sindacale e Datoriale Nazionali.
Infatti, il CCNL in vigore non prevede espressamente la figura della Rappresentanza Sindacale Aziendale (RSA), facendo invece sempre riferimento alle Rappresentanze Sindacali Uitarie (RSU) in linea con quanto previsto dall'Accordo Interconfederale del 20.12.1993 dove, peraltro, all'art. 8) viene espressamente disciplinata una cosiddetta "clausola di salvaguardia" nella quale le stesse OO.SS. Nazionali esprimono un impegno preciso a non costituire più RSA.
Orbene, se l'Organizzazione Sindacale confermasse la propria interpretazione di ritenere "alternative" le RSU e le RSA, l'azienda si sarebbe riservata di interpellare gli estensori nazionali per un loro parere pro-veritate su tale argomento per poi attenersi alle decisioni dei nazionali. In tal senso, se la risposta sindacale fosse quella di attivare un procedimento giudiziale atto a rimuovere la presunta condotta antisindacale, ritenendo di argomentare la loro interpretazione della norma in esame, l'azienda si difenderà nelle sedi opportune sulla base della predetta posizione. L’azienda ha sempre agito nella piena osservanza delle norme e nello spirito del dialogo costruttivo. Rigettiamo quindi con fermezza ogni accusa di condotta antisindacale. Confidiamo che i prossimi passi possano essere compiuti in un clima di reciproca collaborazione e buona fede, nell’interesse primario dei lavoratori, ai quali l’azienda riserva da sempre la massima attenzione e rispetto."