STORIA DEL PALIO: TESTINA

News inserita il 25-07-2018 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Giulio Cerpi, ardimentoso in Piazza, fragile nella vita.

Nella storia del Palio sono molti i fantini che, pur avendo ottenuto pochi successi, si sono ugualmente ritagliati un piccolo spazio di notorietà. Tra di essi rientra Giulio Cerpi detto Testina, ricordato forse più per le sue peripezie, dentro e fuori dal Campo, che per le sue 3 vittorie. Fin dal debutto, nemmeno ventenne, nel 1902 nella Pantera, ci si accorse che il Cerpi non era un fantino qualunque ed a rendersene conto in prima persona fu Zarabelle, fantino della Selva, che fu riempito di nerbate dal rampante Testina.

La sua abilità con il nerbo fu evidente anche nel Palio del luglio successivo quando, correndo nel Nicchio, finì la corsa al primo S. Martino dopo aver ben nerbato Picino. Un grave episodio accaduto nell’agosto 1904 mise provvisoriamente fine all’avventura piazzaiola del valoroso fantino: durante una batteria della tratta, egli infatti investì a S. Martino un poliziotto, ferendolo gravemente. Intimorito dalle possibili conseguenze, Testina sparì di circolazione per ben 3 anni, ricomparendo solo nel 1907, giusto in tempo per montare su Gobba nella Civetta e riempire di nerbate Scansino e Bozzetto, rispettivamente fantini di Torre e Chiocciola. Nel 1909, sempre per la Civetta, Cerpi sfiorò la vittoria, che gli fu tolta solo dal folle gesto di Martellino, fantino della Torre, che si fermò un giro per attenderlo e disarcionarlo. La sfortuna si accanì contro di lui anche nel luglio 1911 quando, montando nella Tartuca si dovette arrendere al solo Nappa che riportò il cencio nella Chiocciola dopo molti anni e soprattutto il “ripescaggio “ di S. Antonio dal pozzo. A seguito di questa carriera, tra i due fantini nacque un’intensa rivalità, che sfociò violenta nel luglio 1913. L’anno precedente, Testina aveva favorito la vittoria di Nappa che, probabilmente, in fase di pagamento delle salve, fu con lui di “braccio corto”. Cosicché il Cerpi, alla prima occasione buona, la fece pagare all’avaro collega: in quel luglio ’13 infatti, Testina, ancora nella  Chiocciola, attese Nappa che correva nella Lupa, nerbandolo a più non posso e negandogli la il successo.

Dopo tante delusioni, arrivò finalmente anche il momento di Testina, nello straordinario di settembre 1913 per la Giraffa, quando diede la rincorsa…dal nono posto e, durante i tre giri, riuscì pure a schivare la bandierata del nicchiaiolo Bianciardi per l’occasione monturato nel Leocorno. Passata la Grande Guerra, il Cerpi si ripresentò vittorioso nel Palio a sorpresa del 17 agosto 1919. Nella carriera ordinaria di agosto, Testina corse nella Torre. La dirigenza di Salicotto riuscì a convincerlo a vendersi nel caso in cui il giorno dopo fosse stato sorteggiato per l’Oca, cosa che puntualmente avvenne ma, in groppa a Scodata, il Cerpi non andò, così come pattuito con i torraioli, a dritto a S. Martino, dove c’era una carrozza ad attenderlo per condurlo lontano, ma proseguì nella sua cavalcata solitaria fino al terzo bandierino. La Torre non digerì lo sgarbo e nel luglio 1920 lo fece punire severamente, ordinando al suo fantino Moscone di tempestarlo di nerbate per tutti e tre i giri. Nel luglio 1921, la sua ultima vittoria, per il Drago su Crognolo, respingendo ogni attacco che gli venne portato da Pirulino nell’Onda.

Fiaccato nel fisico e nell’animo dalle mille battaglie e soprattutto dal vino, di cui era consumatore abituale, Testina corse altre 4 carriere, sino al luglio 1928. Da ricordare senz’altro quella di agosto ’22 quando, vistosamente alticcio, cadde per una prova, rompendosi una gamba, ma chiese ugualmente alla dirigenza della Tartuca di montare, al solo scopo di impedire la vittoria alla Chiocciola con il Meloni, operazione per altro perfettamente riuscita. Terminata la sua esperienza paliesca, Giulio Cerpi continuò a condurre una malinconica vita fatta di sbornie, risse, accattonaggi e miseria fino al termine dei suoi giorni.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

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