STORIA DEL PALIO: SALTA LA MACCHIA E TRATTIENTI

News inserita il 04-08-2015 - Palio - Rubrica Storia del Palio


Il racconto di due cavalli vincitori di palii piuttosto rocamboleschi. 

Per questa rubrica di aneddoti palieschi, parliamo oggi della storia di due cavalli, in epoche diverse, che hanno vinto il Palio in maniera assai rocambolesca ed incredibile: Salta la Macchia e Trattienti.

Per il Palio di agosto 1704 Salta la Macchia toccò in  sorte al Leocorno. Il cavallo aveva già corso le due carriere precedenti nella Pantera e nel Bruco senza ottenere grandi risultati. In quell’occasione, si dimostrò di carattere talmente difficile che la dirigenza lecaiola non trovò nessun fantino disponibile a montarlo.

La mattina del Palio si offrì il suo proprietario, Lorenzo Crespi detto Marracchino, contadino di professione, disposto a correre purché lo facesse a volto coperto per non farsi riconoscere. La corsa non iniziò bene per il Leocorno in quanto Salta la Macchia rimase fermo al canape. Marracchino allora cominciò a gridare per spronarlo e il cavallo partì talmente forte che a San Martino era già in testa. Ad ogni curva il suo improvvisato fantino continuò con questo escamotage delle urla che fu assai proficuo per il riottoso barbero che incredibilmente vinse il Palio.

Trattienti invece è entrato negli annali per aver vinto il Palio pur non avendolo mai corso. Nel luglio 1858, carriera corsa, come ci raccontano le cronache, il 4 luglio perché domenica, all’Oca fu assegnato un cavallo talmente scarso dal nome assai significativo: Trattienti. Le speranze di vittoria degli ocaioli erano praticamente nulle, ma in quei giorni giunse in Fontebranda un prete a bordo del suo calesse trainato da un cavallo identico a Trattienti: stesso mantello, stessa stella in fronte ma molto più veloce della brenna toccata in sorte. I contradaioli approfittarono dell’occasione e sostituirono i due cavalli. La sera del Palio andò al canape il cavallo del prete che, per la passeggiata storica fu camuffato e fatto apparire zoppo e malconcio. Ma nei tre giri fu imprendibile per gli altri e tra lo stupore generale tagliò per primo il bandierino montato da Gano di Catera, mentre il vero Trattienti fu nascosto e tenuto coperto per poi riapparire nel dopo Palio, sudato ed affaticato come se avesse realmente corso.

Davide Donnini

 

 

 

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