STORIA DEL PALIO: "LA MARCIA" DEL MAESTRO FORMICHI

News inserita il 09-06-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Scopriamo i segreti della musica che ci fa venire i brividi e del suo autore

 

“Dalla Torre cade un suono di bronzo: la sfilata prosegue fra tamburi che ribattono a gloria di contrade”, scriveva Eugenio Montale in una memorabile ode dedicata al Palio. Ma accanto al rullo dei tamburi ed ai cupi rintocchi di Sunto c’è un altro elemento che fa parte della colonna sonora del Palio e della nostra vita di contradaioli e le sue note, anche se ascoltate in pieno inverno, fanno sempre venire la pelle d’oca. Parliamo della Marcia del Palio.

Con questo articolo proveremo a scoprirne le origini. La Marcia del Palio fu composta dal Maestro Pietro Formichi (Sinalunga 7/6/1829 -  Siena 23/1/1913). Trasferitosi a Siena in giovane età per studiare musica, Formichi divenne maestro di Cappella in Cattedrale, direttore della Società Orchestrale Senese e della banda della scuola comunale cittadina. Fu autore di numerose opere tra le quali messe da requiem, mazurke, minuetti, danze popolari, libere trascrizioni di pezzi d’opera, tutte composizioni che rischiano di finire nel dimenticatoio ma che dovrebbero essere ricordate per la loro pregevolezza. Ciò che invece i senesi ricordano, amano e non smetterebbero mai di ascoltare è appunto la Marcia del Palio, forse la più modesta composizione musicalmente parlando del Maestro: si tratta di unamarcetta per fanfara (piccola banda formata da soli ottoni) che ai contradaioli fa perdere la testa ma che al grande Wagner non piacque affatto anzi, non perse l’occasione, durante il suo soggiorno senese, di criticarla con dure parole. La Marcia del Palio originariamente era priva del testo, le parole furono aggiunte in un secondo momento da Idillio dell’Era e rielaborate poi da Mons. Ancilli. La Marcia fu eseguita per la prima volta nel corteo storico del luglio 1885 ed ancor oggi è suonata in Piazza del campo e nelle vie cittadine, durante il passaggio del corteo dalla Prefettura al Casato, dalla Fanfara di Palazzo, che sfila all’inizio della passeggiata storica, dietro ai Mazzieri ed al vessillifero della Balzana, ed è composta da 12 tamburini, 18 chiarine e 30 musici con ottoni vari. Pietro Formichi adesso riposa la Cimitero della Misericordia ed il suo sepolcro è stato restaurato ad opera del Comitato Amici del Palio, a testimonianza dell’importanza che questo personaggio ha avuto e sempre avrà nella storia della nostra festa. Al Maestro infine, è stata intitolata dal Comune una via fuori Porta Pispini.

Davide Donnini

 

 

 

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