STORIA DEL PALIO: IL TONO, TRIONFI E DECLINO DEL GRANDE SODALIZIO (1ª PARTE)

News inserita il 11-05-2020 - Palio - Rubrica Storia del Palio

L’accordo a 4 contrade che ha dominato nei primi anni ‘30

Il TONO, acronimo di Tartuca, Onda, Nicchio ed Oca, fu un accordo a 4 contrade, costituito in contrapposizione al sodalizio tra Chiocciola, Bruco e Torre, i “tre fratelli”, come si definivano in un noto stornello, che nei primi anni ’30 dominò quasi totalmente la scena paliesca. Già attivo nel 1928, quando le tre carriere di quell’anno andarono a Oca, Nicchio ed Onda, il TONO iniziò a macinare successi in serie dal luglio 1930 e, fino all’agosto 1934, data della sua traumatica dissoluzione, conquistò ben 8 Palii su 10, con esclusione di quello del luglio 1931, vinto dall’Aquila e quello di luglio 1934, vinto, dopo 41 anni di astinenza, dalla nonna Civetta, con l’importante aiuto da parte del TONO, più precisamente dall’Oca, il cui intervento risultò determinante nelle strategie. Il primo successo del TONO, come detto sopra, risale al 3 luglio 1930, quando ad alzare il nerbo fu Picino per l’Onda, montando Lina, a in una carriera di testa.

Questo Palio segnò poi la definitiva rottura dei rapporti tra la contrada di Malborghetto e la Torre, sino ad allora alleate, causata dall’inaspettato passaggio del Meloni dall’Oca all’Onda che vanificò tutte le strategie a vincere della Torre. Ad agosto, il TONO si ripeté, a conclusione di una carriera rocambolesca che, fino all’ultimo San Martino, sembrava a favore della Torre. Ma l’accoppiata di Salicotto composta da Smania e Prosperina, caddero, si dice a causa di una bandierata di un ocaiolo sbucato dai materassi. Lo scatto finale della sorprendente Carnera, cavalla di mediocre valore, condotta dall’esordiente Ganascia, fece esultare la Tartuca e, di conseguenza, il TONO. Il sodalizio a quattro, conobbe il suo unico vero passaggio a vuoto nel luglio ’31, ma ripartì di gran carriera nel successivo agosto con la vittoria dell’Oca con Tordina e Bubbolino (nella foto in alto, il “cavallino” celebrativo) che ebbe la meglio sulla Civetta con Tripolino e sulla Giraffa con Ganascia, quest’ultimo pesantemente contestato dai  suoi contradaioli nel dopo corsa. Ancora TONO il 3 luglio ’32, ed ancora Ganascia, stavolta nell’Onda su Gobba. Il fantino amiatino fu bravo a fermare a suon di nerbo a tutti gli attacchi di Napoletano della Chiocciola. Ad agosto, con la Torre con Gobba e Smania grande favorita, si dovette ricorrere alla terza busta prima di partire e, quando la mossa fu ritenuta valida, il TONO monopolizzò la corsa: Meloncino nell’Onda partì in testa, dietro di lui Tripolino e Ruello nel Nicchio e Bubbolino nell’Oca che facevano da tappo alle avversarie. Al secondo San Martino, il Nicchio sorpassò l’Onda e venne a vincere, “scortato”dalle altre due contrade. Il vero capolavoro del TONO avvenne nel 1933, con il cappotto della Tartuca; ma per Ganascia, che ambedue le volte montò Ruello, le due carriere non furono delle passeggiate: a luglio egli dovette fare i conti con il vecchio Picino nella Lupa, e la nerbatura a lui riservata dal fantino tartuchino passò alla storia e segnò negativamente i rapporti tra Ganascia e la famiglia Meloni. Ad agosto invece, furono prima Smania nel Montone, poi Tripolino, nella Lupa, a contendere la vittoria alla Tartuca.

La macchina da guerra sembrava inarrestabile, nessuno poteva immaginare che, di lì a poco, sarebbe calato il sipario sulla storia del TONO.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

 

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