STORIA DEL PALIO: IL CORTEO STORICO NEL NOVECENTO

News inserita il 25-09-2017 - Palio - Rubrica Storia del Palio

L'evoluzione della "passeggiata" nel secolo scorso.

I costumi che vediamo sfilare nel corteo storico attuale sono datati 2000 e fecero il loro primo ingresso in Piazza in occasione dello straordinario del 9 settembre di quell’anno, e per tanto lo scorso 16 agosto hanno sfilato sul tufo per la trentacinquesima volta. Queste monture, riferite al periodo a cavallo tra 400 e 500 furono realizzate previa approvazione di una commissione nominata dalla Giunta che aveva il compito di verificare la corrispondenza dei bozzetti agli anni di riferimento. Fondamentale per la riuscita del lavoro fu l’apporto economico della Fondazione del Monte dei Paschi che contribuì con oltre 200 milioni di lire per ogni contrada, mentre i costumi comunali ebbero un costo superiore al miliardo e mezzo.

Guardando la storia del Palio, notiamo come in media le monture sono state sostituite ogni 20/25 anni, e che nel corso del XX secolo ben 4 siano stai i rinnovi (1904, 1928, 1955, 1981).

In alcuni casi si è poi provveduto ad una revisione dello schema del corteo.

1904: l’occasione giusta per inaugurare i nuovi costumi fu lo straordinario del 17 aprile, indetto in occasione dell’apertura della mostra dell’arte antica senese, al quale presenziò il Re. Ma l’ufficialità della venuta del Sovrano giunse in città solo pochi giorni prima della carriera, cosicché alcune contrade si fecero trovare impreparate per l’evento, tant’è che l’inaugurazione vera e propria dei costumi avvenne solo nel successivo Palio di agosto. In quel corteo si potevano trovare figure oggi non più presenti, come la rappresentanza del Magistrato delle Contrade con tanto di labaro, mentre il Carroccio, riproduzione di un carro da battaglia medievale, era trainato da 4 cavalli con gualdrappe integrali che coprivano pure la testa del cavallo stesso. Da notare inoltre come numerosi cavalli da parata, compresi i soprallassi delle contrade partecipanti alla corsa, venissero condotti direttamente dal loro cavaliere, non essendo prevista in molti casi la presenza del palafreniere. Il corteo veniva chiuso da un ulteriore carro, trainato anch’esso da cavalli e scortato da 4 armigeri, raffigurante l’allegoria del Buon Governo, rappresentata da un uomo barbuto con una lunga veste bianca e nera. Questo carro, come ebbe a dire Alessandro Falassi, “introduce il mito dell’età dell’oro del medio evo senese, ed è uno degli elementi che avrebbe contribuito a fissare nel mito della repubblica il sistema che è alla base del corteo ed in qualche misura della festa”.

Se nei vari musei di contrada sono conservate numerose monture del 1904, la stessa cosa non si può dire per quelle del Comune. Fino a pochi anni fa infatti si ritenevano interamente perdute sinché, nel 2012, non furono ritrovate quasi casualmente tre di esse, quelle dei capitani dei Terzi, in una cassapanca di un magazzino comunale.

1928: del secondo rinnovo del secolo abbiamo già parlato nel recente articolo sul Palio di luglio 1928, ed a quello rimandiamo. Ricordiamo solo come nell’occasione fu rivisto interamente lo schema della sfilata e fu rinnovato il Carroccio, costruito su progetto di Riccardo Meacci ed abbellito con gli intarsi di Fulvio Corsini e con pannelli con le allegorie delle contrade, opera di Federigo Joni. Questo lo schema del corteo: precederà il Vessillifero del Comune con i musici di Palazzo ed i Portainsegne delle Città, Terre e Castelli formanti l’antico Stato senese. Seguiranno il Capitano del Popolo, i rappresentanti dei Terzieri di Siena e delle Masse e le comparse delle contrade partecipanti alla corsa. Dopo i paggi del Comune recanti festoni di alloro verranno le comparse delle contrade che non prendono parte alla corsa. Faranno seguito le rappresentanze delle corporazioni delle arti. Scortato dal Capitano di Giustizia e dai Cavalieri rappresentanti Contrade non più esistenti (Gallo, Leone, Orso, Quercia, Spadaforte,Vipera) seguirà infine il Carro trionfale recante i Trombettieri, i Quattro Provveditori della Biccherna, ed il Palio destinato alla Contrada vincitrice. Chiuderanno il Corteo gli armigeri del Comune.

1955: le monture che furono rinnovate il 2 luglio di quell’anno, le prime realizzate grazie al contributo del Monte dei Paschi, pur non discostandosi da quelli del ’28 se non per alcune modifiche nei tessuti e nei particolari, furono particolarmente apprezzate sia dal punto di vista stilistico che sotto il profilo qualitativo, risultando valide anche negli ultimi anni di utilizzo, nonostante l’usura del tempo. Le cronache di quel Palio di luglio ’55 parlano in modo entusiastico dei nuovi costumi definiti “da mille e una notte, da fiaba delle meraviglie per la ricchezza dei costumi dal valore incalcolabile, eseguiti con ricercatezza e precisione”. Piccole modifiche all’ordine di sfilata furono fatte in corso d’opera ed una novità riguardò l’ultimo atto del corteo, la sbandierata finale, introdotta nel 1919 in onore dei reduci della Grande Guerra. Nel 1955 fu deciso di far effettuare tale sbandierata da entrambi gli alfieri di ogni contrada, ma a partire dall’anno successivo si tornò ad impiegare un solo alfiere.

1981: eccoci infine all’ultimo rinnovo dello scorso secolo datato luglio 1981. In questo anno ci fu una svolta epocale nella storia della passeggiata, che fu profondamente rivoluzionata nello schema e nei numeri. La commissione di studio sulla riforma del corteo, nominata dal sindaco Barzanti nel 1970, lavorò per oltre 10 anni, e tra i vari argomenti di discussione ci fu anche quello dell’ammissione al corteo delle donne. I costumi comunali, realizzati su bozzetti di Sebastiano Morichelli, Pier Luigi Olla ed Ezio Pollai, furono ispirati ad un lasso temporale che andava tra la metà del 400 e gli inizi del 500 mentre quelli delle contrade furono in stile quattrocentesco. Tra i bozzettisti che realizzarono le monture delle 17 consorelle, oltre ai già citati Morichelli, Olla e Pollai, si ricordano anche Bruno Marzi, Gino Giusti, Anna Anni, Ilio Lorenzini, M. Pia Zani, e Donato Martelli. Il numero dei figuranti crebbe fino a quasi 600, circa 150 elementi in più rispetto al passato, e di conseguenza si ebbe un ampliamento del palco delle comparse, che fu ingrandito per ospitare tutti i monturati. Ciò comportò uno spostamento del Carroccio, che fino al 1980, una volta terminato il proprio giro di Piazza, veniva “parcheggiato” proprio dietro il grande palco ai piedi del Comune, mentre a partire dal 1981, si optò per la sua uscita dalla Bocca del Casato, così come accade anche oggi. Furono introdotte nel corteo figure nuove quali i Comandatori, previsti nel corteo del 55 ma mai inseriti, i tamburini di palazzo, il gruppo dello Studio senese, i gonfalonieri dei terzi, le rappresentanze di Massa Marittima e Montalcino, i vessilliferi di ogni contrada con l’insegna della corporazione delle arti, i balestrieri, che andarono a sostituire gli alabardieri, ed i cavalieri delle famiglie nobili. Nuovo fu anche il Carroccio, realizzato su disegno di Pier Luigi Olla che riprendeva quello del 1928 ma con piccole modifiche, quali la sostituzione dei pannelli dello Joni con frappe rosse con al centro gli stemmi delle contrade e sormontate dal altre più piccole con i colori bianco e nero. Sopra il carro, scortato de 8 fanti con roncone, i quattro provveditori di Biccherna del vecchio corteo, vennero sostituiti dai quattro di Balia, organismo nato con poteri e competenze limitate ma che nel corso dei secoli divenne una vera e propria magistratura permanente.

Anche in questa occasione vennero fatte delle lievi modifiche già a partire dall’agosto 1981, con l’eliminazione definitiva dei soprallassi delle 7 contrade non partecipanti (che riapparvero eccezionalmente nel corteo del settembre del 2000 per mostrare al pubblico le loro nuove monture) e lo spostamento in avanti nell’ordine di sfilata del gruppo del Capitano del Popolo e dei cavalieri delle contrade non più esistenti.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

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