STORIA DEL PALIO: I CAPPOTTI DELLA GIRAFFA

News inserita il 12-12-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

1807, 1897 e 1997 gli anni magici per la contrada di Provenzano.

Il 2016 che si sta concludendo è stata un’annata particolare con una sola contrada uscita vittoriosa dal Campo. Il cappotto è un evento assai raro, tant’è che, nella lunga storia del Palio è stato fatto solo altre 16 volte, interessando 11 contrade; Aquila, Istrice, Leocorno, Oca, Selva e Pantera non lo hanno mai realizzato. In questo periodo natalizio racconteremo tutti i cappotti cominciando da quelli della Giraffa, la contrada che detiene attualmente il record a quota 3.

Il primo risale al 1807.

Il Palio di luglio fu corso il 3 causa la pioggia (da notare come in tutte e tre le occasioni in cui la Giraffa è uscita con il cappotto il Palio di Provenzano si è corso in date diverse da quella canonica del 2), e vide una gran bagarre iniziale tra Bruco e Leocorno che non si risparmiarono nerbate. Al secondo giro passò in testa la Lupa che però cadde alla Fonte insieme alla Selva, permettendo così alla Giraffa, con il fantino Agostino Rocchi detto Botto, di andare a vincere la carriera. Ad agosto, dopo una mossa convulsa partì primo il Nicchio, superato ben presto dalla Giraffa, che però mantenne per poco la testa. Al Casato infatti, passarono sia l’Aquila che la Lupa, ma all’ultimo San Martino la potenza del cavallo della Giraffa fu maggiore e la contrada di Provenzano, grazie anche al fantino Mattia Marzi detto Mattio, conquistò il primo cappotto. Nelle retrovie intanto, si consumava una serie di scorrettezze tra il fantino del Leocorno Biggeri e quello della Tartuca Vincenzo Cappelli. I due caddero a S. Marino, continuarono la loro animata discussione anche a terra e furono separati solo dai soldati.

Il secondo cappotto è datato 1897 e fu realizzato con lo stesso cavallo, Febo, ma con fantini differenti: Scansino a luglio e Massimino I ad agosto. Il Palio del 4 luglio fu assai combattuto, con continui sorpassi e scambi di nerbate tra Chiocciola, Istrice e Giraffa che all’ultimo giro riuscì ad avere la meglio. Da registrare a seguito di questa carriera la dura punizione inflitta al fantino del Drago Birichicchi che, reo di essersi fermato a S. Martino ed avere danneggiato l’Istrice al successivo passaggio, fu squalificato per 5 anni. Più lineare invece il Palio dell’Assunta corso su una pista al limite della praticabilità a causa della forte pioggia caduta. Partì prima dai canapi la Chiocciola, ma il fantino Mugnaino, che corse in precarie condizioni fisiche a causa di una bandierata subita dopo la prova generale da uno sconosciuto, nulla poté contro la forza di Febo, che superò l’accoppiata di San marco alla Cappella e vinse senza problemi.

Cento anni dopo, il tris. Stavolta il protagonista principale fu Beppe Pes, a luglio montando la sfortunata Penna Bianca, iscritta in quell’occasione con il suo vero nome di Lobi’s Andrea, e ad  agosto con Quarenero. La carriera di luglio si corse il 3 a causa di un acquazzone pomeridiano che rovinò il tufo, e fu una corsa tutta di testa per la Giraffa, in quanto le varie favorite si eliminarono strada facendo. Il Bufera, nella Tartuca su Votta Votta cadde al canape, il Drago con Trecciolino e Careca e la Chiocciola con Clemente e La Fanfara volarono a terra al secondo S. Martino, stessa sorte per Massimino nella Civetta su Quarnero al Casato, mentre il Nicchio, con il rientrante Vittorio e Cianchino non fu mai nel vivo della corsa. L’unico che provò fino alla fine ad insidiare la Giraffa fu l’Istrice con il giovane Pinturicchio su Re Artù. Per l’Assunta arrivò in Provenzano il forte Quarnero ed il suo spunto al terzo giro fu risolutore. La Torre con Votta Votta e Cianchino mantenne la testa per oltre due giri, mentre dietro si facevano sotto la Civetta con Re Artù ed Il Bufera, che cadde al secondo S. Martino, il Montone con il sorprendente Tuareg e Clemente e la Selva con La Fanfara e Massimino, mentre l’altra favorita, la Chiocciola, con Penna Bianca e Trecciolino, venne ostacolata dalla Tartuca che montava Bucefalo all’ultima sua apparizione in Paizza, in quanto dopo la carriera fu squalificato per 20 palii. Prima del terzo S. Martino il sorpasso decisivo e, mentre la Torre, nel disperato tentativo di rimonta, rovinava sul tufo all’ultimo Casato, capitan Fabio Caselli, indossando un cappotto, calava il bel drappellone di Borgianni ai contradaioli festanti.

Davide Donnini

 

 

 

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