STORIA DEL PALIO: I CAPPOTTI DELLA CIVETTA

News inserita il 16-12-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

La contrada del Castellare ha vinto entrambe le carriere del 1761 e del 1778.

La Civetta detiene un importante primato nella storia del Palio: vincendo entrambe le carriere del 1761, la contrada del Castellare è stata la prima a realizzare un cappotto. Nel luglio di quell’anno la Civetta centrò  la vittoria con il fantino Bechino sul sauro bruciato del Manganelli. Le cronache ci raccontano che quella carriera “riuscì alquanto divertente”, con tante contrade che si contesero la vittoria.

La favorita era la Lupa che ebbe in sorte il forte baio del Ricci, montato da Luchino, e sicuramente avrebbe trionfato, se non fosse “stata chiappata da Ministro, fantino del Drago al terzo giro”. Passò così in testa la Civetta che ebbe la meglio, dopo una breve lotta, del Montone, il cui fantino cadde all’ultimo Casato. Delusa dall’esito del Palio di luglio, la Lupa organizzò, a seguito della rinuncia della Civetta, la ricorsa d’agosto, ma anche in questa occasione fu la contrada del Castellare ad imporsi. Di questa carriera non abbiamo la cronaca, sappiamo solo che si alternarono in testa varie contrade ed alla fine la spuntò la Civetta con il fantino Bastiancino. In questo Palio, per la prima volta furono assegnati i cavalli in Piazza del Campo, davanti alla porta di Biccherna anziché fuori Porta Camollia. Inoltre da segnalare la richiesta di partecipazione da parte della contrada della Quercia. Tale richiesta fu senz’altro clamorosa, in quanto questa contrada mai prima di allora aveva corso il Palio o partecipato a pubbliche manifestazioni, in quanto facente parte della Chiocciola. La Biccherna, in palese violazione del bando di Violante, ammise la Quercia, ma i Provveditori, a seguito delle numerose proteste giunte dalle altre contrade, la esclusero definitivamente dal sorteggio.

Il cappotto del 1761 non fu l’unico della Civetta, che si ripeté 17 anni dopo, nel 1778. La carriera di Provenzano fu vinta ancora da Bastiancino, campione della seconda metà del ‘700, che trovò la morte sul tufo dopo una rovinosa caduta il 16 agosto 1780. La corsa fu caratterizzata dalla lotta tra l’Oca, grande favorita, con Batticulo, ed il Drago con Nacche che, al terzo Casato trattenne il fantino di Fontebranda, consentendo così a Mattia Mancini detto Bastiancino di tagliare per primo il bandierino. Fu questa la prima carriera in cui i camerlenghi dei terzi extramoenia furono esonerati dall’obbligo di provvedere all’interramento della pista, compito assunto direttamente dalla Biccherna che acquistò pure “una macchina a forma di tinello per l’innaffiamento”. La Civetta, probabilmente per motivi economici, rinunciò ancora ad organizzare la ricorsa di agosto, che fu così effettuata grazie ai fondi di privati raccolti con pubblica questua. Ed anche in questa occasione la Civetta uscì vittoriosa, facendo così il secondo ed ultimo cappotto della sua storia. Protagonisti di quel successo furono il fantino Nacche, al secolo Luigi Sucini, e lo stornello del Cesti, che porterà ancora il Palio nella Civetta nel 1780. Nacche, Bricchino che correva nell’Onda e Batticulo, fantino della Tartuca, furono i protagonisti di quella corsa, alternandosi in testa, nerbandosi ripetutamente nei primi due giri. Al terzo giro Nacche guadagnò la testa, mantenendola fino al bandierino.

Davide Donnini

 

 

 

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