STORIA DEL PALIO: GLI ORDINARI CORSI A SETTEMBRE

News inserita il 30-09-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

La cronaca di alcune carriere rinviate e poi recuperate in autunno.

 

Concludiamo oggi la nostra carrellata delle carriere settembrine parlando di quei Palii che non vengono considerati straordinari, in quanto recuperi di carriere ordinarie posticipate dalle loro date canoniche a seguito di eventi luttuosi che ne hanno impedito il regolare svolgimento.

Nel 1737, stante la grave malattia del Granduca Gian Gastone dei Medici, non fu disputato il Palio di luglio, sebbene i cavalli fossero già stati assegnati. Il 9 luglio il regnante morì e pertanto anche i festeggiamenti di agosto furono sospesi e posticipati a settembre.

Il giorno 8 si corse il Palio alla lunga, vinto dal cavallo del nobile fiorentino Guido da Bagnano, il 22 fu corsa la carriera alla tonda, recupero di quella non disputata il 2 luglio precedente. A vincere il premio di 60 talleri fu la Selva con il morello di Buonconvento ed il fantino Ceccone.

Nel 1803 la scomparsa di Ludovico I infante di Spagna e re d’Etruria, causò la sospensione fino a nuovo ordine delle corse del Palio. Con la salita al potere di Carlo Ludovico, i capitani delle contrade chiesero il permesso per poter effettuare la corsa alla lunga il giorno 8 settembre e quella alla tonda il 9. Fu però deciso di correre solo quest’ultima, ed a trionfare fu la Pantera con lo stornello del Pasquini montato da Mattia Marzi detto Mattio.

A seguito della morte del Granduca Ferdinando III, nel 1824non vennero disputate le carriere in Piazza del Campo né a luglio né ad agosto, ma su richiesta dei capitani il governo accordò di recuperare il palio di luglio in data 26 settembre, che però a causa della pioggia fu rinviato al 27. Vinse l’Oca con il morello del Bianciardi e Cicciolesso, che ebbero la meglio per una testa, e dopo una strenua lotta, di Pantera e Tartuca. Dopo la corsascoppiò un violento parapiglia in quanto i panterini ed i tartuchini pretendevano il Palio, ed il cencio, già calato nelle mani degli ocaioli, fu strappato in più parti dalla foga dei contendenti. Il disegno originale dell’epoca che potete vedere in cima all’articolo, dimostra veramente quanto sia stato stretto ed incerto l’arrivo di quella carriera.

Il 27 luglio 1900, a Monza, il re d’Italia Umberto I cadde sotto i colpi dell’anarchico Gaetano Bresci, e la carriera del 16 agosto fu spostata al 9 settembre. Dai canapi scattò in testa il Leocorno con Scansino ma a S. Martino, Bozzetto nella Torre guadagnò la prima posizione che mantenne però solo fino al Casato quando fu buttato ai palchi da Chiccone nell’Oca. Ne approfittò il Nicchio che seguiva i due da vicino e che prese il comando, conservandolo fino al terzo bandierino. Il fantino Bellino poté così realizzare il suo cappotto personale dopo la vittoria di luglio nel Drago con Sultana. Per finire una curiosità: nel corteo storico di quel Palio non sfilò il carroccio a causa della rottura del timone alla Bocca del Casato, ed il drappellone fu direttamente condotto al palco dei giudici da un paggio in montura.

Davide Donnini

Foto: www.ilpalio.org

 

 

 

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