STORIA DEL PALIO: FANTINI OTTOCENTESCHI, EROI O MALVIVENTI?

News inserita il 03-08-2023 - Palio - Rubrica Storia del Palio

(Dis)avventure dei protagonisti del tufo dei secoli scorsi.

Tra i fantini di Piazza dei secoli passati possiamo individuare due categorie: quelli che hanno fatto, in un modo o nell’altro, la storia paliesca, e quelli che, con i loro nominativi, hanno riempito le pagine degli archivi del tribunale e le pagine di cronaca nera locale. D’altronde, in quel periodo, fantino del Palio non era quasi mai sinonimo di onestà e rettitudine. Un esempio lampante di tutto ciò ce lo fornisce Giovan Battista Paradisi detto Pettiere, 10 carriere corse con una vittoria, il 2 luglio 1811 per la Torre.

Egli, interrogato dalle autorità, si ebbe a definire un onesto lavoratore: fantino, treccone, contadino, caporale dei segatori e tutto ciò che serviva per vivere. A questa lista di lavori, veri o presunti però, il buon Paradisi si dimenticò, chissà quanto volutamente, di inserire quello che, forse, per lui era il più remunerativo: il mestiere di ladro. Pettiere, infatti, più di una volta fu condannato per furti contro l’altrui patrimonio e, per uno di questi reati, venne addirittura arrestato la sera del 2 luglio 1814, poche ore dopo aver corso il Palio nella Pantera. Il fatto che Pettiere, il successivo 16 agosto, fosse nuovamente tra i canapi, stavolta per la Giraffa, ci fa capire che il suo passaggio “al fresco” fu piuttosto breve, così come breve fu la carriera paliesca di Ulisse Valentini detto Guercio, soprannome non casuale visto che dalle descrizioni in nostro possesso risultava essere senza l’occhio sinistro, e presente sul tufo in sole 2 occasioni per Drago e Giraffa. Prima di entrare, anche se solo da estremo comprimario, nel grande gioco del Palio, Valentini era esperto di un altro gioco quello delle “buchette” che consisteva nel fare entrare delle biglie in alcune buche nel terreno. Più di una volta, Guercio ed i suoi compagni di gioco furono fermati dalla forza pubblica durante le loro poco tranquille partite, infarcite di schiamazzi, bestemmie ed imprecazioni varie, nelle quali era sempre presente un lauto montepremi. All’ennesimo fermo, Valentini provò goffamente a giustificarsi usando queste parole, risultanti dai verbali: “io non giocavo perché non ho un quattrino; se ne avessi avuti ci avrei comprato un tozzo di pane visto che ho tanta fame”. Chissà se qualcuno gli avrà creduto….

Giovan Battista Vieri era soprannominato Peggio, aveva collezionato 4 Palii senza successo, una squalifica a vita, presa nel 1881 e condonata pochi anni dopo ed era assente da 3 anni dalla Piazza quando, la sera del 29 giugno 1889, si presentò sul Campo, fuori dal normale orario delle prove, in groppa ad un cavallo, iniziando a galoppare con l’intento di mettersi in mostra per provare a raccogliere la fiducia di qualche capirano. La corsa di Peggio incuriosì i presenti ma, ben presto, la curiosità si trasformò in ilarità quando, il malcapitato fantino, ebbe un rocambolesco incidente contro un barroccio che portava il tufo. L’impatto fu violento, ma cavallo e fantino se la cavarono con qualche sbucciatura. Ben più dolorosa, per il Vieri, fu l’ammenda che le guardie comunali gli comminarono seduta stante. Ma, probabilmente, più dura da digerire deve essere stata la decisione dei capitani che, per l’ennesima volta, lo lasciarono a piedi. Per la cronaca, gli sforzi di Peggio non furono poi così vani in quanto tornò a correre i Palii del 1899 per Tartuca e Giraffa e la carriera del luglio 1900 per l’Onda.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

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