(Dis)avventure dei protagonisti del tufo dei secoli scorsi.
Tra i fantini di Piazza dei secoli passati possiamo individuare due categorie: quelli che hanno fatto, in un modo o nell’altro, la storia paliesca, e quelli che, con i loro nominativi, hanno riempito le pagine degli archivi del tribunale e le pagine di cronaca nera locale. D’altronde, in quel periodo, fantino del Palio non era quasi mai sinonimo di onestà e rettitudine. Un esempio lampante di tutto ciò ce lo fornisce Giovan Battista Paradisi detto Pettiere, 10 carriere corse con una vittoria, il 2 luglio 1811 per la Torre.
Giovan Battista Vieri era soprannominato Peggio, aveva collezionato 4 Palii senza successo, una squalifica a vita, presa nel 1881 e condonata pochi anni dopo ed era assente da 3 anni dalla Piazza quando, la sera del 29 giugno 1889, si presentò sul Campo, fuori dal normale orario delle prove, in groppa ad un cavallo, iniziando a galoppare con l’intento di mettersi in mostra per provare a raccogliere la fiducia di qualche capirano. La corsa di Peggio incuriosì i presenti ma, ben presto, la curiosità si trasformò in ilarità quando, il malcapitato fantino, ebbe un rocambolesco incidente contro un barroccio che portava il tufo. L’impatto fu violento, ma cavallo e fantino se la cavarono con qualche sbucciatura. Ben più dolorosa, per il Vieri, fu l’ammenda che le guardie comunali gli comminarono seduta stante. Ma, probabilmente, più dura da digerire deve essere stata la decisione dei capitani che, per l’ennesima volta, lo lasciarono a piedi. Per la cronaca, gli sforzi di Peggio non furono poi così vani in quanto tornò a correre i Palii del 1899 per Tartuca e Giraffa e la carriera del luglio 1900 per l’Onda.
Davide Donnini
Foto www.ilpalio.org