STORIA DEL PALIO: CANAPINO

News inserita il 07-05-2018 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Leonardo Viti, l’ultimo fantino - eroe.

Il 12 maggio 1942 nasceva un fantino che, sebbene abbia nel curriculum solo 3 vittorie su 46 carriere disputate, resterà per sempre nella storia della nostra festa per tutto ciò che ad essa ha dato, sia come protagonista diretto, sia dietro le quinte: Leonardo Viti detto Canapino II.

Figlio d’arte (il padre Enrico, detto Canapino I, fu fantino di Piazza dal 1928 al 1930, e vinse il Palio di agosto 1929 nel Nicchio con la Margiacchina), Leonardo, che dal babbo erediterà pure il soprannome, debuttò sul tufo poco più che diciottenne, nell’agosto 1960 per la Chiocciola sulla forte Uberta, che però non riuscì a condurre oltre il secondo posto, a causa di una partenza infelice e delle tante nerbate subite in corsa da Canapetta che correva nella Tartuca. Dopo una serie di Palii mediocri, Canapino ottenne la sua prima vittoria nel luglio ’63 nella Pantera capitanata dal grande Ettore Bastianini, montando il “suo” Eucalipto (uno dei tanti nomi di Topolone). Fu quello un successo ottenuto di prepotenza grazie ad un sorpasso interno ai danni di Rondone nel Montone all’altezza del palco delle comparse che è entrato di diritto nella leggenda del Palio.

Il secondo successo di Leonardo fu nel luglio 1967 nella Tartuca, ancora su Topolone, per l’occasione ribattezzato Ettore. Già dall’anno precedente Canapino si era legato alla Tartuca, ma la prima esperienza con il giubbetto di Castelvecchio fu totalmente da dimenticare e si concluse con la vittoria della Chiocciola. La “ringollata”, a distanza di 10 mesi, arrivò nel modo più clamoroso possibile. Quando il debuttante mossiere Baini abbassò il canape infatti, la Tartuca era girata verso il Casato ed al primo San Martino addirittura neppure compariva nelle foto, tanto era distante dai primi. Ma Leonardo non era uomo che si perdeva facilmente d’animo e, aiutato anche dalla buona sorte, riuscì a compiere un vero e proprio miracolo paliesco. Sfruttando l’indecisione di Arianna nella Civetta che, all’ultimo San Martino ,andò a dritto, trascinandosi dietro pure Lupa ed Istrice, la Tartuca si ritrovò in testa venendo così a vincere una carriera che sembrava persa in partenza. La terza perla arrivò “a capo scoperto” nel luglio 1971, ancora nella Pantera, stavolta con Mirabella, al termine di una galoppata di testa, durante la quale l’unico ostacolo fu quello portatogli dal Morino su Vandala nel Drago, che Canapino riuscì magistralmente a parare al primo Casato, ed in quel momento, egli perse pure lo zucchino (nella foto in alto l’esultanza di Leonardo dopo il bandierino). Ma le vittorie di Canapino avrebbero potuto certamente essere superiori se ed il suo particolare carattere non lo avesse frenato e la fortuna non gli avesse in più occasioni voltato le spalle. Come ad esempio nell’agosto ’69 quando, su Sambrina nel Montone, subì la fatale parata del solito Canapetta, nel luglio ’73 quando su Marco Polo nel Bruco, fu portato a dritto da Pitagora, altra cavalla di scuderia, o nell’agosto ’76 nel Montone su Rimini, in un Palio condotto da Leonardo sino all’ultimo Casato, respingendo ogni attacco di Ercolino e Rucola nel Bruco, e concluso con un beffardo sorpasso a fil di bandierino ad opera dell’amico – rivale Aceto nella Chioccciola e con le tante botte subite nel dopo Palio ad opera dei brucaioli inferociti. Clamorosa fu poi la conclusione della carriera di agosto 1968: nel caos dell’ultimo Casato, tra cavalli fermati o andati a dritto, Canapino, ancora nel Montone su Danubio, si arrestò improvvisamente, probabilmente ignaro di trovarsi in testa, consegnando così il successo all’Oca. Ciò che la Piazza gli ha tolto come fantino, Canapino se lo è però guadagnato come allenatore: Nelle sue scuderie sulle Crete, sono infatti passati tutti i più grossi bomboloni, dai già citati Topolone, Rimini, Pitagora e Marco Polo, al mitico Panezio, senza dimenticarci di Balente o, in tempi più recenti, di Uberto, che grazie ai suoi meticolosi metodi di allenamento, sono diventati tra i barberi più ambiti dai fantini. La carriera di Canapino si concluse il 13 settembre 1986, correndo per la Torre su Bizzarro, mentre la sua ultima apparizione in Piazza fu il 29 giugno 1999, quando la Selva, come in una sorta di tributo alla carriera, gli fece correre la prima prova su Cattolica d’Allumiere.

Leonardo Viti scomparve all’età di 65 anni, il 29 marzo 2007, ed a pochi mesi dalla sua scomparsa, quella Siena che lui amava in modo viscerale, e che forse non sempre ha ricambiato il suo amore, lo ricordò con un toccante minuto di silenzio il 29 giugno, prima della disputa della prova.

Infine una curiosità: Canapino è probabilmente stato l’unico fantino a montare un cavallo….suo omonimo. Nella carriera di agosto 1982 alla Civetta venne assegnato il cavallo Canapino e la contrada decise di affidarlo a Leonardo, suo allenatore. Così la Civetta si presentò al canape la sera del 16 agosto con Canapino su…..Canapino.

Davide Donnini

 

 

 

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