STORIA DEL PALIO: BOVINO

News inserita il 11-02-2019 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Gioie e dolori del giovane Umberto Baldini.

Non sono molti i fantini che hanno avuto l’onore di alzare il nerbo al debutto in Piazza. Uno di essi fu Umberto Baldini di Montevarchi, detto Bovino, che bagnò il suo esordio sul tufo con una vittoria. Era il 16 agosto 1927, ed al Nicchio toccò la potente Giacca ma, nonostante la forza della cavalla, nei Pispini si faticò per trovare la monta, e solo per la quarta prova giunse dall’Istrice il giovane Baldini, fantino già noto nelle varie corse che a quel tempo si svolgevano in quasi tutti i paesi di provincia.

La sera del Palio, Bovino partì in testa e riuscì a gestire la corsa con grande maestria mentre, nelle retrovie, le altre due favorite, Civetta e Giraffa, si ostacolavano a vicenda compromettendo la loro corsa. Sembrava quello l’inizio di una carriera sfolgorante, ma i successivi Palii di Bovino furono deludenti. Un successo, il Baldini lo ottenne comunque nella vita privata, riuscendo a conquistare il cuore della ragazza che amava, dalla quale ottenne pure la tanto attesa promessa di matrimonio. Ma la chiamata alle armi ed il successivo trasferimento, per 5 lunghi anni, in Africa, cambiò radicalmente la vita del buon Bovino che, al suo ritorno, scoprì come la sua promessa sposa si era unita in matrimonio con un altro uomo ed ovviamente non voleva sapere più niente di lui. La delusione fu tanta e Bovino trovò nell’alcool il suo nuovo compagno di vita. Siena però non lo abbandonò, ed il Nicchio gli affidò nuovamente il giubbetto nel luglio 1935 per montare, senza successo, il grande Folco. Nel luglio 1936 si corse il Palio dell’Impero per festeggiare la conquista italiana dell’Impero di Africa Orientale. L’Oca aveva predisposto tutto per una facile vittoria ed anche la sorte la favorì con Folco, mentre il suo eterno rivale Ruello, toccò alla Giraffa. Fontebranda scelse subito il veterano Pietrino, in Via delle Vergini arrivò Porcino, ma i sospetti sulla sua lealtà crebbero ogni giorno di più, cosicché, per la prova generale, il Funghi fu sceso per far posto all’integerrimo Bovino che, la sera del Palio, si presentò al canape vistosamente ubriaco ma, nonostante la sonora sbornia, con lo zucchino sugli occhi, senza il nerbo che aveva perso strada facendo, ed aggrappandosi al collo di Ruello pur di restare a cavallo, riuscì ad ovviare ad un’infelice partenza, a compiere in qualche modo i tre giri ed a vincere il suo secondo Palio. Bovino, prima dello stop imposto dalla II Guerra Mondiale, corse poi altre 4 carriere dignitose ma non più coronate da successi; in 2 occasioni monterà di nuovo Ruello, nella Giraffa nel luglio 1938 e nella Civetta nell’agosto 1939, ultima sua apparizione sul tufo, in sostituzione dello squalificato Bubbolino, mentre nell’Agosto 1938 il Nicchio gli affidò il forte Aquilino.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

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