STORIA DEL PALIO: 20 OTTOBRE 1632

News inserita il 19-10-2020 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Il Nicchio vince la bufalata corsa in onore del Granduca.

Nel calendario storico paliesco, la data del 20 ottobre non è legata unicamente al Palio straordinario di 2 anni fa. Nel 1632 infatti, l’arrivo a Siena del Granduca Ferdinando II fu celebrato con grandi festeggiamenti che culminarono con la disputa di una bufalata sul Campo con la partecipazione delle contrade, disputata proprio il 20 ottobre. Le corse con le bufale, o più semplicemente bufalate, sostituirono nei giochi senesi le cacce ai tori, abolite dopo il Concilio di Trento, e risultarono assai gradite dal popolo (in 51 anni se ne disputarono ben 36), ma anche dalla famiglia granducale, che spesso e volentieri assistette a tali spettacoli.

Alla bufalata in questione parteciparono sei contrade (Lupa, Oca, Nicchio, Torre, Onda e Tratuca), ciascuna delle quali, prima dello svolgimento della corsa, sfilò in Piazza con una comparsa nella quale elementi di spicco erano il Capitano, o capo comparsa, vestito con preziosi abiti, l’alfiere che portava l’insegna ufficiale della contrada ed, ovviamente, la bufala di razza maremmana, infiocchettata con i colori della contrada, montata dal fantino, detto anche buttero, e circondata da 12 pungolatori, cioè coloro che durante la corsa avevano il compito di incitare la bufala e condurla nella giusta direzione. Immancabili pure i carri allegorici, alcuni dei quali a tema mitologico, altri invece destinati ad esaltare le virtù del grande ospite (il carro dell’Onda ad esempio celebrava il Granduca e le sue conquiste navali). Terminato il corteo si svolse la corsa che, come spesso accadeva, risultò essere caotica e poco lineare, data la scarsa docilità delle bufale. Esse vennero condotte alla mossa, posizionata per l’occasione di fronte al Vicolo dei Borsellai, agli ordini di due mossieri e, dopo uno squillo di tromba, segnale di partenza, vennero lanciate in corsa. Vinceva la bufala che per prima compiva i tre canonici giri, percorsi però in senso opposto a quello tenuto oggi dai cavalli, ed il punto di arrivo era posto al Vicolo di San Paolo. Per ovviare alle bizze delle irrequiete bestie che il fantino da solo non era in grado di risolvere, decisivo risultava l’apporto dei pungolatori i quali, utilizzando i loro pungoli (mazze, punte di ferro o altri oggetti acuminati o contundenti) cercavano di evitare che la bufala si impuntasse, si girasse o, addirittura, uscisse dalla pista. Se altre persone, oltre ai pungolatori, si fossero intromesse nell’assistenza della bufala, esse sarebbero state punite con la pena del pagamento del prezzo del Palio più la cattura. La bufalata del 20 ottobre 1632 fu vinta dal Nicchio che si aggiudicò il prezioso Palio di velluto ricamato e decorato che spesso le contrade donavano alle rispettive chiese. Per la contrada dei Pispini si trattò della seconda vittoria in una bufalata, avendo precedentemente conquistato quella del 1612.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

 

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