STORIA DEL PALIO: 16 AGOSTO 1861

News inserita il 14-10-2020 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Il ritorno alla vittoria della Tartuca.

Gli anni che precedettero l’Unità d’Italia furono assai duri per la contrada della Tartuca, sia per il predominio sul Campo della rivale Chiocciola, che in 8 anni conseguì ben 6 successi, con tanto di cappotto nel 1850 , sia per l’ostracismo delle altre contrade e dell’opinione pubblica che vedevano nella contrada di Castelvecchio, allora con i colori giallo e nero dell’Impero, una sorta di nemico da sconfiggere in ogni modo. Nel 1860 la Tartuca, che da alcuni anni aveva sostituito nella propria insegna il nero con il turchino, fu autrice di un gesto clamoroso, rinunciando addirittura a correre il Palio di luglio, come protesta contro i numerosi soprusi subiti, e per questo subì la squalifica di 3 anni, successivamente revocata. La Tartuca tornò allora sul Campo il 16 agosto 1861, e si rifece con gli interessi, vincendo il Palio dopo18 anni di astinenza con il fantino Bachicche, al termine di una carriera movimentata e disputata da sole 8 contrade (Leocorno ed Oca non corsero rispettivamente per il rifiuto del cavallo di avvicinarsi alla mossa e per la rottura delle briglie del barbero), nella quale, prima la Torre e poi la Chiocciola provarono in ogni modo ad impedire la vittoria tartuchina.

Il protagonista di quella carriera fu  il fantino della Chiocciola Stoccolungo che, una volta data la mossa si fermò, attendendo il successivo passaggio di Bachicche per provare a disarcionarlo. Ma questa manovra si concluse con un goffo nulla di fatto e la Tartuca tagliò per prima il bandierino. Terminata la carriera, mentre il povero Stoccolungo veniva immediatamente tratto in arresto, si scatenò forte la reazione popolare contro la vittoria tartuchina. Numerosi contradaioli invasero la pista e cercarono di aggredire Bachicche che fu salvato dal pronto intervento dei granatieri; altri si recarono sotto al palco dei giudici chiedendo la ripetizione del Palio. I grossi tumulti impedirono la consegna del drappellone ai vincitori cosicché, dopo diversi minuti di tensione, il cencio fu riportato in Comune con un imponente scorta e venne consegnato solo il giorno successivo alla contrada vincitrice che, in tutta fretta, lo portò nel rione dove poté finalmente festeggiare la vittoria conquistata.

Davide Donnini

 

 

 

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