L'invito delle associazioni di categoria di Siena Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Cia, CNA, Confartigianato, Api
La realizzazione della stazione dell'alta velocità Medio Etruria, nodo intermedio tra Roma e Firenze, è un obiettivo cruciale per lo sviluppo dei territori coinvolti e una sfida che non può essere mancata. È questa la posizione ribadita con fermezza dalle associazioni di categoria senesi – Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Cia, CNA, Confartigianato e Api – nel loro intervento congiunto.
Secondo le associazioni, l’infrastruttura coinvolge un’area strategica tra Toscana e Umbria, con un tessuto economico di rilievo: 200.000 imprese, oltre 600.000 addetti e più di 10 milioni di presenze turistiche annuali, per un bacino di quasi 1,5 milioni di abitanti. Un mercato ampio, che necessita di un collegamento ferroviario ad alta velocità efficiente e accessibile.
"La progettazione di Medio Etruria – sottolineano – deve basarsi su un’analisi tecnica approfondita, condotta da chi ha la responsabilità di realizzare e gestire l’infrastruttura, senza cedere a spinte localistiche". In quest’ottica, il mondo economico ha individuato come unico organismo legittimato a decidere il tavolo tecnico del Ministero delle Infrastrutture, che coinvolge RFI, Regione Toscana e Regione Umbria, riconoscendo la valenza nazionale e internazionale dell’opera, specie se integrata con le reti aeroportuali.
Critiche vengono rivolte alla Regione Toscana e al presidente Eugenio Giani, accusato di aver sostenuto una delle ipotesi di localizzazione senza tenere conto delle esigenze di altri territori toscani, disponibili invece a soluzioni basate su criteri oggettivi. Da qui l’invito al governatore a un incontro con il mondo imprenditoriale senese per affrontare il tema con un approccio più inclusivo.
Le associazioni denunciano inoltre come "incomprensibili e inaccettabili" le pressioni di chi vorrebbe la stazione "nel proprio giardino di casa", ignorando la necessità di un bacino d’utenza ampio per garantirne la sostenibilità economica. "Ancora più grave – concludono – è l’atteggiamento di chi, con logiche campanilistiche, alimenta divisioni che rischiano solo di compromettere la realizzazione dell’opera con posizioni intransigenti del tipo: ‘o qui, o nulla’".