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MENS SANA, VIA AI PLAYOFF. CALIANI: “PRATO SUPERIORE, MA CI PROVIAMO”

News inserita il 29-04-2023

La serie scatta lunedì sul campo dei Dragons. Il d.g. biancoverde: “Dispiace non poter avere tifosi al seguito”

L’avventura biancoverde nei playoff scatta lunedì pomeriggio (ore 18) nella piccola palestra di Prato, contro un’avversaria sulla carta fuori portata ma che la fase conclusiva della stagione regolare (4 ko negli ultimi 6 turni per i Dragons) ha reso più avvicinabile del previsto anche da squadre di seconda e terza fascia come la Mens Sana, che non a caso da quelle parti è andata a cogliere il successo decisivo per accedere ai playoff.
Vicenda recente, era il sabato di Pasqua, all’interno di una storia che in sette mesi ha catapultato la Named dal ruolo di cenerentola dichiarata a quello di rivelazione del campionato di C Gold: “Un percorso nato con tante incognite – conferma Riccardo Caliani, direttore generale Mens Sana Basketball Academy -, all’inizio del quale la squadra ha avuto il merito di scendere in campo sempre con l’idea di non partire battuta: il fatto di essere stati da subito competitivi, di aver anche vinto una partita non pronosticabile come quella contro Legnaia, ha dato morale, creando i presupposti per stringere i denti anche nei momenti difficili che comunque, era scontato, ci sono stati. Chiaramente tra competere e vincere c’è una bella differenza, ma la fiducia, a lungo andare, ha permesso di ribaltare certe situazioni negative vissute nel corso del campionato, non è un caso che i ragazzi nella seconda parte della stagione siano stati bravi a far girare a loro favore episodi che prima andavano puntualmente in direzione opposta. Nel complesso è stato un bel viaggio, che ci ha fatto capire molte cose, sulla categoria e su di noi. Uno step di crescita un po’ per tutti”.
Se l’impresa sportiva è rappresentata dal raggiungimento dei playoff, che significato ha l’entusiasmo creatosi attorno alla squadra durante tutta l’annata?
“Le premesse iniziali, l’aver cioè specificato di non andare incontro a risultati presumibilmente non eccelsi, ci hanno forse garantito un minimo di comprensione iniziale in più da parte di tutto l’ambiente, ma è logico che a lungo andare la mancanza di vittorie avrebbe potuto portare quello stesso ambiente a perdere entusiasmo, forse anche fiducia. La vittoria casalinga contro La Spezia è stata lo spartiacque, è arrivata dopo un periodo difficile reso ancor più complicato dagli infortuni e dal necessario periodo di transizione seguito al rientro di Tognazzi e Milano: vinta quella partita e divenuti finalmente la squadra che avevamo ipotizzato in estate, abbiamo preso entusiasmo e sono arrivati i successi in rimonta su Quarrata e nel derby contro la Virtus. Per i ragazzi è stata una gratificazione, un riscontro al lavoro che stavano comunque portando avanti in palestra da inizio stagione, e da quel momento hanno iniziato a fare risultato anche lontano da Siena, vincendo a San Giovanni, Altopascio e Prato”.
Prato che vi aspetta al varco nei playoff. Che serie sarà?
“Molto difficile perché Prato ha vinto venti partite in stagione regolare, è sempre stata prima o seconda in classifica per tre quarti del campionato, prima delle ultime sei giornate tutti giustamente la ritenevano pronta per la promozione diretta, al pari di Cecina: il calo nel finale, del quale anche noi abbiamo approfittato andando a vincere sul loro campo, li ha costretti a passare dai playoff, ma l’esperienza e la qualità della squadra non si discutono, parliamo di un collettivo pensato e costruito per andare in B”.
Rispetto ai presupposti, nei playoff non è più importante il momento?
“È vero, lo sappiamo bene visto che lo scorso anno siamo stati buttati fuori perdendo due partite in meno di una settimana dopo averne perse appena cinque in tutto il campionato. La volontà di competere c’è e non partiamo con l’idea di essere la vittima sacrificale, tutt’altro, il pronostico però, mi ripeto, è dalla parte di Prato, anche perché sconfiggerli per tre volte sarà molto difficile”.
Peccato per i sostenitori biancoverdi, che queste due prime partite a Prato potranno vederle solo su Starplane…
“Concordo, siamo molto dispiaciuti che i nostri tifosi finiscano per essere penalizzati da questa situazione logistica. Certo non possiamo pensare di imporre alcunché alla società che ci ospita, il campo gara a Prato è quello e in quello si va a giocare, ma è un cruccio il fatto che per loro non ci sia la possibilità di seguirci, ancora una volta, in grande numero come avvenuto durante tutta la stagione. Mi auguro, anzi ne sono certo, che ci sia una grande partecipazione quando giocheremo a Siena: sarebbe il giusto regalo per la squadra e per tutti noi, giocare in un palazzetto con un clima come quello che ci ha sostenuti contro la Virtus e contro il Costone non era mai capitato a questi ragazzi, sono giornate che ti segnano dentro”.
Quanto conta aver ritrovato un buon feeling con il tifo della Mens Sana?
“Voglio ancora una volta ringraziarlo il nostro tifo, anche nell’ultimo turno a Castelfiorentino sono accorsi in tanti a sostenerci pur in una partita che non aveva significato per la classifica: il pubblico lo abbiamo sentito estremamente vicino in questa annata, so che lo sarà anche nel corso dei playoff pur non potendosi spostare fisicamente a Prato come avrebbe voluto”.
Società e staff tecnico avevano calendarizzato tutta una serie di valutazioni sul parco giocatori. Come sono andate?
“Sono arrivate buone risposte da parte di tutti, devo dire che l’apporto è stato significativo anche in chi magari ha trovato meno spazi sul parquet. Oggi abbiamo un’idea più chiara su chi in questa categoria possa starci e su chi, magari, faccia un po’ più fatica a giocarsela: i playoff non cambieranno questi giudizi, saranno però un’ottima occasione per testarsi ulteriormente a livello di competitività”.
Tutto sotto controllo alla vigilia della riforma dei campionati?
“La sintesi, brutale, è che questa riforma ci allontana dalla terza serie, anche vincendo la C ci ritroveremmo infatti a militare in quarta serie: tale è, infatti, la B Interregionale che sta per nascere. Cedo che che la Federazione stia cercando di differenziare le società, dividendo quelle che hanno risorse e struttura per disputare campionati professionistici o semiprofessionistici, quindi fino alla B unica, da quelle che giocheranno in tornei ibridi, definiamoli così, come la B Interregionale e la C regionale: in questo momento è difficile comprenderne il livello, la sensazione però è che si vada verso una B unica estremamente competitiva, nella quale saranno richiesti investimenti molto importanti, mentre in B Interregionale il livello dovrebbe essere omogeneo ma decisamente più basso, seppur comunque superiore a quello che si è visto quest’anno in C Gold”.
E la futura C unica regionale?
“È stata studiata come campionato a 24 squadre, 10 delle quali dovrebbero essere però destinate a finire in serie D. Lo vedo un torneo ad oggi abbastanza difficile da valutare per quello che sarà il suo reale valore, penso che prima di andare a regime dovranno passare almeno un paio di stagioni”.
In questo contesto ben poco definibile come si colloca la Mens Sana?
“L’idea della Mens Sana è disputare la serie C unica migliorandosi, compiendo un passo avanti rispetto al risultato, eccezionale date le aspettative, di quest’anno. Per riuscirci, dobbiamo individuare cosa sia mancato durante la stagione attuale e come sia possibile colmare questo gap”.
Tradotto sul piano operativo cosa significa?
“Al termine della stagione parlerò con i dirigenti della Polisportiva per avere un quadro della situazione definitivo e delineato. Quando ha dovuto fare un piccolo sforzo in più la società ma non si è mai tirata indietro, va anche detto però che compiere un passo avanti in un contesto come l’attuale significa effettuare investimenti di un certo peso: la crescita di questi quattro anni è stata esponenziale, dati alla mano è quasi come se ogni anno avessimo vinto un campionato e adesso dobbiamo prima di tutto consolidarci. Servono valutazioni attente sul budget che abbiamo e su quello che avremo a disposizione, perché dobbiamo programmare l’oggi, il domani e il dopodomani senza correre il rischio di compromettere il percorso fatto”.
Che effetto fa aver iniziato a fare risultati anche con l’Academy?
“Quello dell’Under 17 è un risultato di portata assimilabile al playoff raggiunto dalla prima squadra, tanto era inatteso. Le premesse per fare bene nella prima fase esistevano, ma accedere all’interzona è stato straordinario anche perché la Mens Sana non finiva tra le prime 48 squadre d’Italia da almeno un lustro ed è ritornata sulla mappa del basket giovanile nazionale grazie a una squadra composta di ragazzi tutti nati e cresciuti qui, fatta eccezione per un paio di prestiti da Colle Valdelsa e uno dal Costone. Anche l’Under 14 sta facendo molto bene, ma in generale siamo soddisfatti di tutta l’Academy”.
Linfa vitale per la prima squadra?
“Il lavoro del nostro settore giovanile viaggia su due binari. È fondamentale, certo, per garantire un minimo di serbatoio alla prima squadra, ma anche per creare quei giocatori che, prendendo in futuro altre strade, permettano alla Mens Sana di far maturare i cosiddetti parametri dai quali trarre sostentamento”.
Idee in cantiere per la prossima stagione giovanile?
“Per dare continuità, occorre investire. Non significa mettere in piedi una foresteria con 20 ragazzi, anche perché non ci sono le possibilità, ma bisogna comunque diventare una realtà appetibile per un reclutamento, territoriale ed extraterritoriale. È alle porte un cambiamento epocale, dato che nell’estate del 2024 verrà attuato lo scioglimento dei vincoli e qualsiasi ragazzo sarà libero di cambiare squadra ogni anno, senza che le società possano far nulla per trattenerlo: in termini di reclutamento, appunto, società come la nostra sono attese da una difficilissima gara di competitività con clubs che hanno importanti risorse finanziarie da investire. Farsi trovare pronti sul piano strutturale sarà fondamentale per riuscire a sopravvivere”.
Matteo Tasso

 

 
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