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DONNA UCCISA A SIENA, DUE PERSONE FERMATE E UNA DENUNCIATA

News inserita il 30-09-2022

Rapina aggravata e omicidio doloso: in carcere un uomo e una donna di origine ucraina 

 

Due persone, un uomo e una donna di origini ucraine, rispettivamente di 39 e 25 anni, sono state fermate per rapina aggravata ed omicidio doloso, e un uomo di 23 anni, nato e residente a Siena, denunciato in stato di libertà per gli stessi reati, a seguito delle serrate indagini avviate dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.

Questo l’esito dell’intensa ed ininterrotta attività investigativa portata avanti per oltre 48 ore dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Siena e dal Pubblico Ministero, dopo il ritrovamento, lo scorso 27 settembre, del corpo senza vita di un’anziana 81enne all’interno della sua abitazione.

Alle 19:50 circa, di martedì scorso la Sala Operativa della Questura di Siena è stata allertata dai Vigili del Fuoco e dai Sanitari del 118 su un intervento che stavano effettuando in un’abitazione di Largo Sassetta 2, dove viveva l’anziana che non dava notizie di sé da ore.

Sul posto, gli agenti delle Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, insieme agli operatori del 118, hanno constatato che il cadavere della signora Anna Maria Burrini, era riverso, in posizione supina, sul letto della propria camera, con evidenti segni sotto il mento, chiaramente riconducibili ad uno strangolamento. 

Non solo. La stanza si presentava totalmente a soqquadro e mancavano degli oggetti personali della donna.

A quel punto, appurato che era deceduta per morta violenta, previe intese col Magistrato di turno, sono stati attivati i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Siena e della Polizia Scientifica di Siena e di Firenze, questi ultimi fatti appositamente giungere dal Gabinetto Regionale, unitamente al medico legale nel frattempo contattato.

Subito dopo, sono stati sentiti dei testimoni e le indagini sono proseguite senza sosta fino alla tarda notte di oggi, 30 settembre.

Dall’attività investigativa è emerso che la signora, proprietaria dell'immobile ubicato al quarto piano della palazzina, da anni era solita affittare le camere da letto che compongono l'intero appartamento. 

Dalle prime testimonianze si è, infatti, evinto che un inquilino si era insospettito dato che non aveva visto la donna da diverse ore e non riusciva ad aprire la porta della sua camera da letto.

    I familiari stessi, residenti fuori regione, da lui contattati lo avevano invitato ad entrare con la forza nella camera della signora, per verificarne le condizioni di salute.

Da lì la richiesta di intervento rivolta dal giovane ai Vigili del Fuoco.

Dagli accertamenti è, altresì, emerso che la vittima, si era sfogata in passato con i parenti e anche con altre persone, alle quali aveva raccontato di aver subito un furto ingente di denaro contante, e che la stessa si era persuasa fosse stato perpetrato da parte di un’inquilina che, proprio per questo, era stata mandata via. 

La capillare attività d’indagine, anche tecnica, con intercettazioni telefoniche e telematiche ha condotto gli investigatori verso tre persone, già note alla polizia per precedenti per reati contro il patrimonio, un uomo e una donna Ucraini, residenti in provincia di Siena, ed un uomo nato e residente nel capoluogo.

In particolare, lo straniero di 39 anni, controllato in strada dagli agenti prima di essere portato in Questura, è stato trovato in possesso di gioielli riconosciuti da alcuni testimoni, come di proprietà della vittima.

La connazionale 25enne, incalzata dalle domande degli investigatori, è caduta più volte in contraddizione, crollando, al termine dell’interrogatorio, fino a confessare il suo coinvolgimento nella morte della Burrini, il cui esecutore materiale sarebbe, secondo quanto emerge dalle indagini, il 39enne.

L’uomo, non riuscendo nel primo intento di addormentarla con un apposito siero, versato in un succo di frutta richiestole dalla vittima, le avrebbe stretto un laccio da scarpa intorno al collo provocandole il soffocamento.

Il 23enne, che al momento risulta aver rivestito un ruolo più marginale nella commissione dei reati, è stato invece denunciato in stato di libertà.

Dopo il fermo i due sono stati condotti in carcere.

 

 

 
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